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Mastite al seno: cause, sintomi, cure

Come capire se ho la mastite al seno? Leggi quali sono i sintomi per riconoscerla, come curarla e come prevenire il problema

Mastite al seno: cause, sintomi, cure

Fonte immagine: Pixabay

La mastite è una condizione infiammatoria che colpisce il tessuto mammario e che, seppur innocua il più delle volte, può comportare lo sviluppo di sintomi molto spiacevoli e scomodi. Se non curata adeguatamente, la malattia potrebbe avere anche conseguenze da non sottovalutare.

La mastite è solitamente una malattia di origine batterica, provocata spesso da batteri come lo stafilococco e gli streptococchi.

In realtà ne esistono diverse forme, che vengono suddivise, in primis, come mastiti croniche e mastiti acute. Queste ultime corrispondono spesso alle “mastiti puerperali”, e interessano le donne entro le prime 6-12 settimane di allattamento al seno, anche se, in realtà, possono verificarsi anche in qualsiasi altra fase della vita.

Peraltro, alcune forme di mastite possono verificarsi anche in assenza di allattamento al seno. In tal caso di parla di “mastite senza allattamento”, o meglio di “mastite non puerperale”.

Inoltre, le mastiti si distinguono anche per la causa sottostante. Alcune, infatti, possono essere provocate da uno scorretto attaccamento al seno da parte del bambino, che a sua volta può causare  lo sviluppo di lesioni cutanee e ragadi, aprendo così la strada a degli stati infiammatori.

In altri casi, però, la mastite può essere provocata dall’ingresso di agenti patogeni all’interno del tessuto mammario, ad esempio a causa di un calo delle difese immunitarie e dal conseguente sviluppo di infezioni e infiammazioni.

Chi colpisce?

Come abbiamo già visto, la mastite al seno colpisce le donne durante l’allattamento, ma può manifestarsi anche negli uomini, che – seppur con minor frequenza – non sono del tutto protetti dal rischio di sviluppare la malattia.

La mastite può presentarsi a qualsiasi età, ma di solito colpisce durante il periodo fertile. Corrono rischi maggiori le persone che hanno delle protesi mammarie o piercing ai capezzoli, ma anche coloro si strappano i peli intorno ai capezzoli e le persone che soffrono di condizioni mediche come diabete, malattie autoimmuni o eczema.

Anche il fumo di sigaretta può aumentare il rischio di mastite, poiché va a danneggiare il tessuto mammario.

Mastite seno: cause

Cosa può provocare la mastite? Sappiamo già che l’infiammazione colpisce più spesso le donne che allattano al seno, ma esattamente per quale ragione?

In questi casi, la condizione può essere causata dall’ingresso di batteri nella ghiandola mammaria. A provocare la malattia può essere anche una cattiva igiene nella zona interessata, lesioni al capezzolo o la dilatazione dei dotti galattofori, o ancora la presenza di un ingorgo mammario, una condizione che si verifica quando chi allatta al seno non si riesce a svuotare bene la mammella.

In alcuni casi, ai fattori già menzionati si aggiungono anche un’alimentazione malsana e troppo ricca di grassi, o persino lo stress psicologico eccessivo (mastite da stress), che possono aprire la strada allo sviluppo di questa fastidiosa condizione.

Mastite: sintomi

Fonte: Pixabay

Come ti accorgi di avere la mastite? I sintomi di questa condizione sono piuttosto evidenti. I disturbi che andremo a vedere tendono a colpire generalmente una sola mammella (di rado si presentano su entrambi i seni).

I sintomi possono manifestarsi molto rapidamente, e solitamente consistono in:

  • Dolore molto intenso al seno
  • Seno arrossato, gonfio e più sensibile
  • Presenza di un nodulo o di una zona più dura nel tessuto mammario
  • Sensazione di caldo sulla pelle
  • Malessere generale
  • Nausea e vomito
  • Febbre alta (dai 38° C in su)
  • Fuoriuscita di secrezioni dal capezzolo, che possono essere di colore bianco o rossastre
  • Pelle tesa e sensazione di bruciore.

Come puoi notare, alcun dei sintomi (come la febbre e il malessere generale), sono simili a quelli dell’influenza.

A questi si aggiungono anche brividi, dolori articolari e inappetenza.

Talvolta, specialmente nelle fasi iniziali, la mastite può presentarsi anche senza febbre. In presenza di questi sintomi, il medico potrà eseguire una diagnosi.

Se non stai allattando, lo specialista ti consiglierà di sottoporti a esami specifici, come una mammografia o altri test, in modo da escludere la presenza di un cancro al seno o di un’altra patologia.

Quanto dura la mastite?

L’infezione tende a guarire entro 10/14 giorni, ma ci sono casi in cui può protrarsi anche per tre settimane.

Con i trattamenti adeguati, i disturbi tendono a regredire nell’arco di qualche giorno, tuttavia sarà fondamentale seguire la cura per la durata prevista, senza interromperla.

Mastite: rimedi e trattamenti

Quando si ha la mastite, cosa possiamo fare per alleviare i sintomi? Come dicevamo, in presenza di questa condizione è essenziale sottoporsi alle cure adeguate.

Queste prevedono perlopiù l’impiego di antibiotici (come diclossacillina, clindamicina ed eritromicina).

Oltre alla terapia antibiotica, il medico può consigliare anche l’utilizzo di farmaci antinfiammatori (paracetamolo o ibuprofene) per alleviare il dolore o abbassare la febbre.

Durante il trattamento è importante mantenersi idratati e, se possibile, rimanere a riposo.

Devo smettere di allattare al seno?

Spesso, a causa del dolore e dell’infezione, molte donne con mastite tendono a voler smettere di allattare al seno il proprio bambino.

In realtà questa non è la soluzione più adatta per alleviare il fastidio, né è necessaria per evitare di trasmettere l’infezione al bambino, in quanto questa “non passa” insieme al latte materno.

È stato peraltro dimostrato che proprio l’allattamento al seno può favorire il drenaggio, riducendo il rischio che l’infezione possa aggravarsi, causando ad esempio degli ascessi mammari.

Se stai allattando al seno, quindi, non è affatto necessario smettere di farlo. Tuttalpiù, potresti adottare qualche precauzione per alleviare il fastidio, ad esempio applicando degli impacchi caldi sulla parte (o fare una doccia calda) prima della poppata e impacchi freschi dopo la poppata.

Sarà inoltre utile effettuare dei massaggi al seno. Per farlo, procedi con un delicato movimento circolare, partendo dall’esterno e massaggiando verso l’interno dell’area colpita.

Quando preoccuparsi?

mastite
Fonte: Pixabay

La mastite è una condizione che dovrebbe suscitare preoccupazione o paura?

Normalmente si tratta di una malattia “innocua” e semplice da trattare. Tuttavia, se non adeguatamente curata, questa infiammazione può causare il cosiddetto “ascesso al seno” (o ascesso mammario), che comporta la formazione di pus nelle mammelle. L’ascesso dovrà essere trattato con un drenaggio chirurgico e l’utilizzo di farmaci antibiotici.

Inoltre, è sempre importante non sottovalutare un dolore o qualsiasi altro disturbo al seno.

Infatti, sebbene la mastite sia considerata “benigna”, talvolta i sintomi possono nascondere una causa più preoccupante, come una mastite carcinomatosa (o carcinoma mammario infiammatorio), un cancro aggressivo che si verifica quando le cellule tumorali bloccano i vasi linfatici del seno.

Prevenzione

Abbiamo visto cos’è la mastite e come si cura, ma è possibile prevenire questo disturbo adottando delle strategie efficaci?

Quando si parla di mastite durante l’allattamento, il miglior modo per prevenirla è fare in modo che il bambino si agganci correttamente al seno, e che le poppate vengano alternate fra una mammella e l’altra.

Inoltre, prima di staccare il bambino sarà importante inserire un dito delicatamente nella bocca del piccolo, in modo da facilitare l’operazione ed evitare possibili lesioni e lacerazioni al capezzolo.

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