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Epatite B: cause e cure

L'epatite B è una malattia infettiva causata da un virus che colpisce il fegato. Può essere trasmessa attraverso il sangue, il sesso non protetto e durante la gravidanza dalla madre al bambino. I sintomi possono includere stanchezza, perdita di appetito, nausea e dolore addominale, ma spesso non si presentano segnali evidenti. Se non viene trattata, può portare a complicazioni quali cirrosi epatica o cancro al fegato. Importantissima mai come in questo caso è la prevenzione.

Epatite B: cause e cure

Fonte immagine: Pexels

L’epatite B è una malattia infettiva causata dal virus dell’epatite B (HBV). Questo virus può causare danni gravi al fegato, che può portare a cirrosi o addirittura al cancro del fegato. E’ una malattia molto contagiosa e può essere trasmessa attraverso il sangue o altri fluidi corporali, come lo sperma e le secrezioni vaginali. Le principali cause dell’epatite B sono il contatto con il sangue infetto o con altri fluidi corporei di una persona che è già stata infettata dal virus. Bene, ma come si fa a prendere l’epatite B? E come si cura? Ecco tutto quello che c’è da sapere.

Cos’è l’epatite B

L’epatite B è una patologia caratterizzata dall’infezione del fegato da parte del virus B dell’epatite (HBV), ovvero un virus a DNA appartenente al genere degli Orthohepadnavirus della famiglia degli Hepadnavirused. Nonché uno dei più infettivi al mondo. Nel 90 % dei casi si guarisce completamente acquisendo l’immunità dall’infezione; in alcuni casi si presenta sotto forma di un’epatite fulminante con mortalità del 90%; nel 5-10% dei casi diventa cronica, ovvero il virus permane nell’organismo provocando un danno epatico e, negli anni, può compromettere la funzionalità epatica (con o senza l’insorgenza di cirrosi epatica o di carcinoma epatocellulare primitivo). Infine, si può essere portatore inattivo del virus, ovvero il virus permane nel fegato ma non provoca danno epatico.

Epatite B
Fonte: Pixabay

Sintomi dell’epatite B

Non tutti presentano gli stessi sintomi. Tuttavia, quelli più comuni sono:

  • Febbre
  • Perdita di appetito
  • Nausea e vomito
  • Dolore addominale
  • Affaticamento e debolezza
  • Dolori articolari

Ma anche ittero, urine scure gonfiore sulla pancia o sugli arti.

Cause dell’epatite B

Importante è conoscere le cause di contagio dell’epatite b. Il virus si diffonde quando il sangue, lo sperma o altri fluidi corporei di una persona infetta entrano nel corpo di una persona non infetta. Questo può avvenire attraverso il contatto sessuale; la condivisione di aghi, siringhe o altre attrezzature per l’iniezione di droghe; la condivisione di uno spazzolino da denti o un rasoio; la ferita accidentale con uno strumento appuntito infetto; da madre a bambino alla nascita. Ed ancora mediante trasfusioni in paesi nei quali le donazioni di sangue non sono controllate per la presenza di virus dell’epatite B; mediante il contatto con il sangue proveniente da ferite, tagli o graffi di una persona con epatite B.

Non tutte le persone appena infettate dal virus presentano sintomi, ma quelle in cui si manifestano, lamentano in genere affaticamento, scarso appetito, mal di stomaco, nausea. E’ importante sapere che l’HBV può vivere sulle superfici per almeno sette giorni. Quindi, è possibile che strumenti infetti non sterilizzati possano causare il contagio anche a distanza di giorni. Il periodo di incubazione del virus varia da 30 a 180 giorni, può essere rilevato entro 30-60 giorni dall’’infezione e può persistere e svilupparsi in epatite B cronica, specialmente se trasmesso durante l’infanzia.

Oltre al sangue, l’HBV vive anche in altri fluidi corporei, come ad esempio la saliva. Ma non si trasmette così facilmente tramite quest’ultima così come avviene con sangue, sperma e secrezioni vaginali. Insomma, è meno probabile, ma non impossibile, che il contagio dell’epatite b abbia cause alimentari come la condivisione delle posate o degli alimenti o tramite uno starnuto.

Fattori di rischio

Alla luce di quanto abbiamo appena visto, fattori di rischio che possono aumentare la probabilità di contrarre l’epatite B sono:

  • Avere rapporti sessuali non protetti con un partner infetto
  • Condivisione di aghi o altri strumenti per l’uso di droghe
  • Trattamenti medici o tatuaggi in ambienti non sterilizzati
  • Essere nato da una madre infetta

Conseguenze

L’epatite B può causare diverse complicazioni, tra le quali:

  • Insufficienza epatica acuta o cronica
  • Cirrosi epatica
  • Carcinoma epatico
  • Coinfezione con l’epatite C o l’epatite D
  • Anemia emolitica autoimmune
Epatite B: cause e cure
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Cure dell’epatite B

Ad oggi non esiste un trattamento specifico per l’epatite acuta B. Di solito, non c’è bisogno di cure specifiche ma possono esser prescritte terapie per alleviare i disturbi a questa correlati. Pertanto, i possibili trattamenti sono mirati a mantenere uno stile di vita il più “normale” possibile ed un adeguato equilibrio nutrizionale. Con particolare riferimento ai liquidi persi a causa del vomito e della diarrea. L’infezione cronica da epatite B può invece essere trattata con farmaci, compresi antivirali orali. Si tratta di medicine che in qualche modo possono far rallentare la progressione della cirrosi e ridurre l’incidenza del cancro al fegato.

L’eventuale terapia dell’epatite B dipende dal tempo trascorso dal contagio: se si è appena scoperto di essere a rischio e non si è vaccinati, è opportuno rivolgersi ad un medico che valuterà la possibilità, o meno, di somministrare cure d’urgenza per impedire lo sviluppo dell’infezione. Farmaci, in questo caso, sono una dose di vaccino per l’epatite B e le immunoglobuline anti-epatite B, anticorpi specifici contro il virus. Per essere efficaci, questi farmaci andrebbero somministrati entro 48 ore dalla possibile esposizione al virus. Nel caso in cui siano passati diversi giorni, settimane, il medico prescriverà degli esami del sangue ed eventualmente richiederà l’intervento di uno specialista epatologo.

Oltre alla vaccinazione infantile, l’OMS raccomanda l’uso della profilassi antivirale per la prevenzione della trasmissione dell’epatite B da madre a figlio. Anche l’attuazione di strategie per la sicurezza del sangue e pratiche sessuali più sicure proteggono dalla trasmissione. È importante seguire attentamente le raccomandazioni del medico e prendere tutti i farmaci prescritti, anche se i sintomi dovessero migliorare. Non interrompete il trattamento senza parlare prima con il medico, in quanto potrebbe aumentare il rischio di complicazioni a lungo termine.

In caso di epatite B cronica, ovvero di quella infezione che è presente da più di 6 mesi, si ricorre in genere a farmaci che hanno l’obiettivo di eliminare il virus (è il caso del Peg-interferon alfa-2a), oppure di farmaci antivirali che hanno il compito di tenerlo sotto controllo per ridurre il rischio di danni al fegato. Il principio attivo peginterferone alfa-2° è indicato per il trattamento dell’epatite cronica B in pazienti adulti positivi o negativi per l’antigene dell’envelope (HBeAg) con malattia epatica compensata ed evidenza di replicazione virale, con livelli di alanina aminotrasferasi (ALT) aumentati e infiammazione e/o fibrosi epatica istologicamente confermata. Il farmaco a base di tale principio attivo deve essere prescritto solo da un medico con esperienza nel trattamento dei pazienti con epatite B (o C). La dose per l’Epatite cronica B nei pazienti adulti è 180 microgrammi una volta alla settimana per 48 settimane.

Prevenzione dell’epatite B

È importante notare che l’epatite B può essere prevenuta attraverso la vaccinazione. L’OMS raccomanda che tutti i neonati ricevano il vaccino il prima possibile dopo la nascita. La vaccinazione è particolarmente importante per le persone che appartengono a gruppi a maggior rischio, come i lavoratori sanitari, le persone che viaggiano in paesi in cui l’epatite B è più comune e le persone che hanno rapporti sessuali con più partner.

anche importante prendere alcune precauzioni per prevenire la diffusione dell’epatite B ad altre persone. Ciò include il lavaggio accurato delle mani con acqua e sapone, l’uso di preservativi durante i rapporti sessuali e il non condividere oggetti come rasoi o spazzolini per i denti con altre persone. Proprio per sensibilizzare la popolazione sull’argomento, l’OMS ha indetto la Giornata Mondiale contro l’Epatite B, che si svolge ogni anno il 28 Luglio. Tale data è stata scelta in onore del medico Baruch Samuel Blumberg, che scoprì l’epatite B negli anni sessanta.

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