Benessereblog Salute Malattie Coronavirus: Aifa e l’uso di eparina a basso peso molecolare per l’infezione da Covid-19

Coronavirus: Aifa e l’uso di eparina a basso peso molecolare per l’infezione da Covid-19

Tra le cure per il Covid-19 l'Aifa utilizza anche l'uso di eparine a basso peso molecolare: come possono agire contro il Coronavirus?

Coronavirus: Aifa e l’uso di eparina a basso peso molecolare per l’infezione da Covid-19

Eparina per curare l’infezione da Covid-19: come può questo farmaco aiutare i pazienti affetti da nuovo Coronavirus? L’Aifa, l’Agenzia italiana per il farmaco, ha dato il via libera all’uso di eparine a basso peso molecolare da introdurre tra i farmaci usati nella cura di Covid-19. In una scheda elaborata dalla Commissione Tecnico Scientifica di AIFA, si riportano in modo chiaro le evidenze che hanno portato a questa decisione, per aiutare anche i medici a capire quali soggetti potrebbero rispondere meglio a un trattamento anche a base di eparina.

L’Aifa sottolinea che non esistono al momento terapie di provata efficacia contro il Covid-19, anche se sono diversi i farmaci impiegati. Le EBPM, eparine a basso peso molecolare, sono di solito usate “nella profilassi del tromboembolismo venoso post chirurgico e del tromboembolismo venoso in pazienti non chirurgici affetti da una patologia acuta (come ad esempio insufficienza cardiaca acuta, insufficienza respiratoria, infezioni gravi o malattie reumatiche) e mobilità ridotta ad aumentato rischio di tromboembolismo venoso“. Sono utilizzate anche in caso di trombosi venosa profonda, embolia polmonare, sindrome coronarica acuta.

Per quello che riguarda l’uso di tali farmaci nel trattamento del Coronavirus, questi medicinali potrebbero essere utili nella fase 1 del decorso clinico, quando bisogna fermare la crescita virale e quando è presente polmonite (il paziente è allettato e l’EBPM si può usare per prevenire il tromboembolismo venoso). Ma è utile anche in fase più avanzata per trattare i pazienti ricoverati per fermare eventuali fenomeni trombotici partiti dal circolo polmonare e causati dall’iperinfiammazione.

A tal proposito il cardiochirurgo Salvatore Spagnolo spiega che l’eparina può essere un alleato prezioso contro il Coronavirus “in particolare contro le tromboembolie che risultano essere la causa di morte di un certo numero di pazienti”. A TPI il medico spiega:

Ormai si sa chiaramente che la ragione per cui molti pazienti Covid muoiono è perché i loro polmoni sono pieni di coaguli. È il virus stesso che andando nel sangue lo fa coagulare, ed è quindi lui la causa principale della coagulazione. Per questo propongo di somministrare l’eparina all’inizio della malattia da Coronavirus, a casa, per dieci giorni quando il paziente comincia ad avere i primi sintomi. Quando è data somministrato invece a un paziente che ha la malattia già in fase avanzata, il farmaco invece può non riuscire a sciogliere tutti i coaguli.

Per questo potrebbe essere utile, come aggiunge Fabrizio Pregliasco, virologo dell’Università degli Studi di Milano:

È vero, abbiamo riscontro di eventi tromboembolici anche per i pazienti Covid. E anche eventi tromboembolici nella parte finale, quando c’è la polmonite virale primaria. Sembra che ci siano due opzioni sull’utilizzo dell’eparina contro il Coronavirus: un’azione diretta e una indiretta, per prevenire questi eventi. Ma sono ipotesi ancora da verificare.

Qui potete leggere la scheda informativa dell’Aifa.

Foto iStock

Le informazioni riportate su Benessereblog sono di natura generale e non possono essere utilizzate per formulare indagini cliniche, non devono essere considerate come suggerimenti per la formulazione di una diagnosi, la determinazione di un trattamento, l’assunzione o la sospensione di un farmaco , non possono sostituire in alcun caso il consiglio di un medico generico, di uno specialista , di un dietologo o di un fisioterapista. L’utilizzo di tali informazioni e’ sotto la responsabilita’, il controllo e la discrezione unica dell’utente. Il sito non e’ in alcun caso responsabile del contenuto, delle informazioni, dei prodotti e dei servizi offerti dai siti ai quali greenstyle.it puo’ rimandare con link.

Seguici anche sui canali social

Ti potrebbe interessare

Funghi champignon in gravidanza, sì o no?
Gravidanza

I funghi (champignon e non) sono una fonte di sali minerali come calcio, fosforo, magnesio e contengono selenio, potassio, manganese e ferro. Sono anche ricchi di vitamine del gruppo B, tra cui B2, B3 e B5, e contengono aminoacidi come triptofano e lisina. Tutti nutrienti che contribuiscono al benessere generale. Quelli presenti in commercio dovrebbero essere sicuri per il consumo in gravidanza, ma evitateli se non siete certe della provenienza e dell’adeguata cottura.