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Come essere credibili secondo la scienza

Come essere credibili: secondo la scienza è tutta questione di velocità. Ecco come tendiamo a giudicare la credibilità di una persona

Come essere credibili secondo la scienza

Come essere credibili? Semplice, rispondendo prontamente alle domande che ci vengono rivolte. Questo “stratagemma” è emerso da un nuovo studio dell’American Psychological Association, pubblicato sulle pagine del Journal of Personality and Social Psychology, secondo cui fra i possibili indicatori di menzogna tendiamo a individuare anche la quantità di tempo impiegata per rispondere a una domanda.

Quando le persone si soffermano (anche solo per un paio di secondi) prima di rispondere a una domanda, le loro risposte vengono percepite come meno sincere e credibili. Il trucco sta quindi nel rispondere velocemente, poiché più lunga è l’esitazione, meno sincera appare la risposta. Di conseguenza, si correrebbe il rischio di apparire come una persona poco credibile.

Per il loro studio, gli autori hanno condotto una serie di esperimenti con un campione di ben 7.500 persone provenienti da Stati Uniti, Inghilterra e Francia. I partecipanti hanno ascoltato dei dialoghi e guardato video in cui una persona doveva rispondere a una domanda (ad esempio, se avesse gradito la torta preparata da un amico o se in passato aveva rubato dei soldi dal lavoro). In ognuno degli scenari, la risposta arrivava immediatamente o dopo alcuni secondi. I partecipanti hanno quindi dato un giudizio sulla credibilità delle persone e sulle loro risposte.

Ebbene, la ricerca dimostra che la velocità di risposta rappresenta un segnale importante. Su esso tendiamo a basare i nostri giudizi in merito alla sincerità dei nostri interlocutori.

Come essere credibili: occhio alle eccezioni

Dallo studio è tuttavia emersa qualche piccola eccezione. Alcune condizioni hanno infatti ridotto l’importanza della velocità nel dialogo. Se la risposta era considerata socialmente indesiderabile (ad esempio se la torta preparata da un amico non era buona) era comprensibile un’attesa di qualche secondo prima di dare la risposta.

Lo stesso vale quando la domanda richiedeva uno sforzo di memoria (“Hai rubato delle caramelle 10 anni fa?”). In casi del genere, un ritardo nella risposta non faceva presumere di trovarsi di fronte a una persona che nasconde qualcosa.

La velocità di risposta aveva dunque un effetto minore.

via | ScienceDaily
Foto di user1505195587 da Pixabay

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