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Bambini più bravi a scuola grazie agli omega 3 del pesce

Quando non sono abbastanza ne risentono sia il comportamento sia le capacità di lettura

Bambini più bravi a scuola grazie agli omega 3 del pesce

Quando i bambini hanno problemi a concentrarsi sui banchi di scuola l’alimentazione potrebbe essere un valido aiuto. A suggerirlo sono i risultati di una ricerca presentati da Alex Richardson e Paul Montgomery, esperti dell’Università di Oxford, durante una conferenza che si è tenuta lo scorso 4 settembre a Londra, secondo cui a giocare un ruolo fondamentale sarebbero gli acidi grassi omega 3 di cui è ricco il pesce azzurro.

Lo studio ha previsto di analizzare i livelli di queste molecole nel sangue di 493 bambini fra i 7 e i 9 anni, tutti con problemi nella capacità di lettura. E’ stato così scoperto che solo il 2,45% degli acidi grassi presenti nel loro sangue era costituito dagli omega 3 EPA (acido eicosapentaenoico) e DHA (acido docosaesaenoico), una quantità significativamente inferiore rispetto al 4% minimo raccomandato agli adulti per garantirsi il buono stato di salute del sistema cardiovascolare.

Gli omega 3 non sono però importanti solo per la salute di cuore e arterie, ma anche per quella del cervello. Per assicurarsene livelli adeguati è necessario introdurli con l’alimentazione. L’organismo umano può infatti sintetizzare un po’ di EPA e di DHA, ma non in quantità sufficienti a soddisfare i fabbisogni dell’organismo. Da qui la raccomandazione degli esperti, che consigliano di mangiare almeno 2 porzioni di pesce alla settimana. Gli stessi Richardson e Montgomery hanno recentemente pubblicato uno studio secondo cui assumere integratori a base di DHA migliora sia le capacità di lettura sia il comportamento dei ragazzi in età scolare. Non solo, l’assunzione combinata di EPA e DHA migliora i sintomi manifestati da bambini affetti da disturbi come la dislessia e il disturbo da deficit di attenzione/iperattività (ADHD).

Con questi nuovi risultati alla mano, a Montgomery restano pochi dubbi:

I livelli di acidi grassi omega 3 nel sangue predicono in modo significativo il comportamento e le capacità di lettura di un bambino. Livelli più elevati di omega 3 nel sangue, in particolare di DHA, sono associati a lettura e memoria migliori, così come a meno problemi comportamentali rilevati dai genitori e dagli insegnanti.

Richardson ha precisato che le conseguenze più a lungo termine di bassi livelli di omega 3 nel sangue non sono ancora note, sottolineando però che i livelli riscontrati nei bambini coinvolti nello studio corrisponderebbero, in un adulto, ad un alto rischio di malattie cardiovascolari. Meglio, quindi, iniziare sin da piccoli a prestare attenzione a quanto pesce si mangia: ne potrebbe andare sia della salute presente, sia di quella futura.

Via | ScienceDaily
Foto | via Flickr di Scottish Salmon Producers’ Organisation

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