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Addio all’interferone grazie alle nuove terapie contro l’epatite C

Il farmaco più utilizzato contro l'epatite C ha molti effetti collaterali, ma nuovi studi promettono terapie efficaci anche senza questa molecola

Addio all’interferone grazie alle nuove terapie contro l’epatite C

Sarà necessario aspettare ancora un po’ di tempo, ma sembra che la possibilità di nuove terapie contro l’epatite C che non includano l’interferone, una molecola dai numerosi effetti collaterali, sia sempre più vicina. Le ultime notizie a tal proposito arrivano dal Liver Meeting 2012, il convegno annuale dell’American Association for the Study of Liver Diseases (AASLD), quest’anno organizzato a Boston. Oggi pomeriggio (ora americana) l’attenzione sarà focalizzata proprio sulle nuove terapie delle malattie croniche del fegato.

Ben quattro delle sei presentazioni in programma riguardano i risultati delle sperimentazioni cliniche dell’uso di pillole prive di interferone. Risultati estremamente incoraggianti, dato che dimostrano che questi nuovi farmaci riescono a sconfiggere il virus dell’epatite C in quasi tutti i pazienti cui sono stati somministrati, inclusi quelli che non hanno ottenuto benefici dalle terapie a base di interferone.

I mezzi oggi a disposizione non permettono di prevenire l’infezione da parte del virus dell’epatite C (HCV). Non esiste, infatti, un vaccino efficace contro l’HCV e nemmeno i prodotti a base di anticorpi riescono a proteggere dall’esposizione al virus. Per questo motivo la prevenzione si basa sull’informazione e sull’educazione del personale sanitario, sul controllo delle possibili vie di trasmissione (ad esempio sangue e plasma), sull’identificazione degli individui a rischio e offrendo sostegno medico e psicologico sia a questi ultimi, sia a chi ha già contratto il virus.

Una volta sviluppata un’epatite cronica, le terapie più efficaci sono quelle basate sulla somministrazione combinata di più farmaci, uno dei quali è proprio l’interferone, che riesce a riportare nella norma gli indicatori della salute del fegato, riduce l’infiammazione e contrasta la replicazione del virus. Tuttavia, l’interferone ha diverse controindicazioni (dallo scompenso epatico alla depressione, passando per i disturbi autoimmuni) ed effetti collaterali (ad esempio febbre e affaticamento, ma anche perdita della vista, insonnia, depressione, alopecia e diabete).

Guadalupe Garcia-Tsao, presidente dell’AASLD, ha spiegato:

Mentre anni fa non esistevano terapie specifiche per le malattie del fegato, ora abbiamo a disposizione molte terapie diverse per pazienti con diversi tipi di malattie epatiche e in diverse fasi della malattia.

Una delle aree più promettenti è la terapia dell’epatite C, una delle principali cause di malattie del fegato nel mondo.

Gli esperti prevedono che, dato lo stato attuale degli studi, sarà necessario un paio di anni prima che le nuove terapie siano a disposizione dei pazienti.

Via | AASLD; OMS
Foto | Flickr

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