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Wi-fi e microonde in gravidanza aumentano obesità nei bambini

Le onde elettromagnetiche generate da wi-fi e forni a microonde danneggiano i bambini già dalla gravidanza, aumentando il rischio di obesità

Wi-fi e microonde in gravidanza aumentano obesità nei bambini

L’esposizione a wi-fi e microonde durante la gravidanza aumenta la probabilità che i bambini diventino obesi. A svelarlo è uno studio pubblicato su Scientific Reports, rivista del gruppo Nature, secondo cui l’esposizione della madre a forti campi magnetici durante la gestazione potrebbe essere una delle motivazioni alla base di quella che, ormai, viene considerata una nuova epidemia: il sovrappeso e l’obesità nell’infanzia.

Un gruppo di ricercatori del Kaiser Foundation Research Institute di Oakland (Stati Uniti) ha chiesto a delle donne di indossare uno strumento per misurare i campi magnetici durante la gravidanza. La salute dei loro figli è stata monitorata nei 13 anni seguenti, durante i quali gli studiosi hanno raccolto informazioni sul loro peso ed altri parametri della crescita. L’analisi dei dati ottenuti ha svelato che un livello medio di esposizione alle onde elettromagnetiche, come quelle emesse dagli apparecchi wi-fi e dai microonde, aumenta del 50% l’incidenza dell’obesità. La situazione è ancora più grave in caso di esposizione alta, quando il rischio di obesità aumenta dell’84%.

Quello sui potenziali effetti negativi del wi-fi è un dibattito aperto ormai da tempo. Il Codacons ha commentato la notizia sottolineando che la scoperta dimostra che i campi elettromagnetici danneggiano realmente la salute dell’uomo, anche durante lo sviluppo nel pancione della mamma. Per questo l’associazione dei consumatori ha chiesto di fermare

la corsa al wi-fi che sembrano ormai aver intrapreso molti comuni, che hanno realizzato o stanno realizzando la copertura di tutto il territorio comunale per permettere l’accesso gratuito alla rete internet a cittadini e turisti. Andrebbe almeno proibita l’installazione del wi-fi in prossimità di asili, scuole, parchi pubblici, ospedali, biblioteche ed altri luoghi sensibili frequentati da bambini e donne incinte.

Via | GRR
Foto | Flickr

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