Benessereblog Salute Vaccino Covid, seconda dose diversa? Ecco perché non è una buona idea

Vaccino Covid, seconda dose diversa? Ecco perché non è una buona idea

Vaccino Covid seconda dose: ha senso somministrarne un tipo diverso? Scopri la risposta degli esperti e i potenziali effetti collaterali

Vaccino Covid, seconda dose diversa? Ecco perché non è una buona idea

Chi deve sottoporsi al richiamo del vaccino Astrazeneca anti Covid, può ricevere una seconda dose diversa rispetto alla prima? O per meglio dire, chi si è vaccinato con AstraZeneca, può ricevere il Pfizer o il Moderna per la seconda dose? A porsi questa domanda sono molte persone, spinte di certo dalla paura di sviluppare gravi effetti collaterali a causa dei vaccini.

Ebbene, per chiarire ogni dubbio i membri dell’Università di Oxford hanno da poco condotto uno studio volto ad esaminare gli effetti del mix AstraZeneca e Pfizer sulla salute. Ciò che è emerso è che cambiare in corsa il tipo di vaccino potrebbe non essere un’idea così saggia come molti speravano.

Sembra infatti che una scelta del genere possa portare allo sviluppo di più sintomi post-vaccino. Nulla di allarmante (si parla sostanzialmente di disturbi come brividi, mal di testa e dolori muscolari), ma senza dubbio si tratta di reazioni sgradevoli.

Per il loro studio, gli autori hanno analizzato un campione di 830 persone over 50. Di queste, quelle che si erano sottoposte a due dosi di vaccino AstraZeneca avrebbero sperimentato sintomi (come febbre) in un caso su 10. La situazione sembra essere diversa nel caso in cui, dopo la prima dose di AstraZeneca, si scelga di somministrare il vaccino Pfizer. In tal caso, il 34% dei partecipanti ha manifestato effetti collaterali, soprattutto brividi, affaticamento, mal di testa, malessere e dolori muscolari.

Vaccino Covid, seconda dose diversa: il monito dell’esperto

Lo studio inglese che indaga sui potenziali effetti di un vaccino diverso per la seconda dose presenta però delle limitazioni. Lo spiega il professor Antonio Cassone, membro dell’American Academy of Microbiology. Innanzitutto – spiega l’esperto – gli autori hanno analizzato solo persone over 50. Non possiamo sapere quindi se nei più giovani gli effetti saranno più o meno gravi. Per poter giungere a delle conclusioni più certe sarà dunque fondamentale ampliare il numero di pazienti esaminati.

Cassone sottolinea inoltre che gli autori non hanno esaminato la risposta anticorpale nei pazienti che hanno ricevuto due vaccini diversi:

Non sappiamo se cambiare dose possa conferire maggiore risposta anticorpale. Teoricamente potrebbe darne anche di meno, perché il vaccino è composto anche da altro materiale che interagisce e si combina. E allora, se protegge di più ci sta anche che rischiamo qualche effetto collaterale leggero maggiore, ma se protegge di meno… Siamo ancora in emergenza, lo capisco, però se dai il vaccino in modo diverso rispetto agli studi registrativi, o addirittura lo combini, siamo sicuri che l’efficacia dimostrata contro le varianti con gli studi venga mantenuta se cambiamo le regole in corsa?

via | Repubblica
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