Benessereblog Salute Tubercolosi: cause, sintomi e cure

Tubercolosi: cause, sintomi e cure

Come si riconosce la tubercolosi? Dai sintomi alle cure, scopri cosa bisogna sapere su questa malattia infettiva

Tubercolosi: cause, sintomi e cure

Fonte immagine: Pixabay

La tubercolosi (TB o TBC)) è una malattia infettiva e contagiosa provocata da un batterio noto con il nome di Mycobacterium tubercolosis, comunemente chiamato “Bacillo di Koch”, nome che si riferisce al medico tedesco Robert Koch, che per primo scoprì questo microrganismo nel 1882.

In gran parte dei casi, la malattia interessa il sistema respiratorio, ma alcuni pazienti manifestano sintomi extrapolmonari.

Se non trattata, la tubercolosi può avere esiti letali. Per questa ragione è fondamentale riuscire a riconoscere i sintomi e diagnosticare la malattia per tempo, in modo da evitare gravi conseguenze.

Tubercolosi: una malattia contagiosa

La tubercolosi è contagiosa e può essere trasmessa da un paziente all’altro prevalentemente per via aerea.

Come molte malattie infettive, anche la TB può infatti essere trasmessa attraverso le microscopiche goccioline di saliva che vengono emesse mentre si parla, quando si tossisce o attraverso gli starnuti.

Ciononostante, va detto che la trasmissione della malattia non avviene in maniera semplice e immediata come accade con altre infezioni respiratorie.

Dunque, quando si è contagiosi con la tubercolosi?

Tubercolosi: come si trasmette?

Perché avvenga il contagio, il soggetto affetto da tubercolosi dovrebbe entrare in stretto e prolungato contatto (almeno per alcune ore) con le altre persone, condizione che si verifica, ad esempio, nelle strutture come rifugi per senzatetto o carceri, dove le persone stanno spesso a contatto molto ravvicinato.

Inoltre, perché la malattia sia contagiosa è necessario che il soggetto ammalato presenti dei sintomi (TB attiva).

In caso contrario (tubercolosi latente) non potrà avvenire alcun tipo di contagio.

La tubercolosi latente interessa, tra l’altro, circa un quarto della popolazione mondiale, ma solo in rari casi la malattia si sviluppa in maniera sintomatica. Se dai test diagnostici dovesse emergere una positività all’infezione da tubercolosi latente, il medico potrebbe consigliare l’assunzione di appositi farmaci per ridurre il rischio che la malattia si attivi.

Non può aver luogo alcun contagio, inoltre, nel caso in cui il paziente sia già in cura per la tubercolosi da almeno 2 settimane, o in caso di una bassa carica batterica.

Incidenza

Ad oggi, grazie all’introduzione di appositi antibiotici (detti antibiotici antitubercolari) è possibile fronteggiare e sconfiggere la malattia con risultati eccellenti.

Ciononostante, in molti casi la tubercolosi continua a mietere vittime, complici fattori come un inadeguato sistema sanitario, un sistema immunitario compromesso a causa di altre patologie, la cosiddetta antibiotico-resistenza (che si verifica quando dei ceppi di tubercolosi sono resistenti ai farmaci) e condizioni igienico sanitarie scadenti, una problematica che colpisce molto Paesi del mondo.

Quanti casi di tubercolosi in Italia?

A chi si domanda come sia stata sconfitta la tubercolosi, possiamo dunque rispondere che allo stato attuale la malattia non è stata completamente sconfitta.

Ogni anno emergono nuovi casi, i cui numeri possono variare significativamente da un Paese all’altro.

In Italia, un Paese considerato a bassa prevalenza tubercolare, nel 2017 si sono registrate quasi 4000 nuove diagnosi di tubercolosi.

Tubercolosi: sintomi

Fonte: Pixabay

Quali sono i sintomi della tubercolosi e quali organi colpisce questa malattia? Prima di vedere quali disturbi provoca la tubercolosi, ricordiamo che i sintomi possono manifestarsi anche molto tempo (persino anni) dopo il contagio.

Nei pazienti con un efficiente sistema immunitario, la malattia tende a colpire solamente i polmoni.

In alcuni casi, però, l’infezione può estendersi anche ad altri organi (tubercolosi extrapolmonare). Quando la malattia si diffonde attraverso il sangue arrivando a invadere tutto il corpo, si parla invece di tubercolosi miliare, condizione che può avere esiti letali.

Fra i principali sintomi della tubercolosi polmonare vi sono:

  • Tosse che dura più di 3 settimane: spesso questo rappresenta proprio il sintomo principale della malattia
  • Presenza di espettorato di colore giallo-verdastro e con leggere striature di sangue
  • Affanno e dolore al torace
  • Febbre
  • Sudorazioni notturne (anche senza febbre)
  • Malessere generale
  • Brividi
  • Perdita di peso involontaria.

TBC extrapolmonare

La TB può colpire non solo i polmoni, ma anche altre sedi del corpo. Ciò accade soprattutto nei pazienti che hanno già un sistema immunitario compromesso, come i pazienti affetti da AIDS o HIV, la cui condizione non permette al sistema difensivo del copro di combattere i germi responsabili della tubercolosi.

Ma quali organi colpisce la tubercolosi? Fra quelli potenzialmente coinvolti vi sono i reni, i linfonodi, ma anche le ossa (tubercolosi ossea o malattia di Pott), il cervello, la colonna vertebrale, il pericardio, le articolazioni altri organi.

Quando la tubercolosi coinvolge organi extrapolmonari, i sintomi possono variare a seconda della sede colpita. In condizioni del genere è più difficile riuscire a formulare una diagnosi.

I sintomi, infatti, sono spesso aspecifici. Solitamente possono manifestarsi disturbi che accomunano numerose condizioni e malattie, come ad esempio:

  • Senso di malessere
  • Stanchezza
  • Febbre
  • Perdita di appetito
  • Dimagrimento involontario
  • Sudorazione notturna.

Diagnosi

Tubercolosi
Fonte: Pixabay

Poiché i sintomi della malattia possono manifestarsi in forma lieve anche per molte settimane (o mesi), è spesso difficile riuscire a ottenere una diagnosi in modo immediato. Tuttavia, una diagnosi tempestiva o precoce può aiutare a ridurre la diffusione del batterio e permette di intraprendere i trattamenti più adatti per sconfiggere l’infezione.

Per formulare una corretta diagnosi, uno dei principali test diagnostici è rappresentato dal cosiddetto test della tubercolina (test di Mantoux), che consiste nell’iniettare la tubercolina (una sostanza derivata dal bacillo tubercolare) sotto lo strato superficiale della pelle. Se nell’arco di 48-72 ore si svilupperà una sorta di rigonfiamento duro, il paziente potrebbe essere affetto da tubercolosi.

Ulteriori esami diagnostici comprendono analisi dell’espettorato (utile per verificare la presenza del batterio), una radiografia toracica, che permetterà di individuare le anomalie tipiche della TB, una TAC e una broncoscopia, un esame impiegato per analizzare lo stato di salute dei bronchi.

Inoltre, fra i possibili test diagnostici, uno studio pubblicato sulla rivista Science Translational Medicine ha proposto di misurare nelle urine dei pazienti con tubercolosi alcuni dei componenti strutturali del Mycobacterium tuberculosis.

Solitamente i test di screening per la tubercolosi fanno parte degli esami di controllo di routine per i soggetti a rischio. Il medico può prescrivere esami più approfonditi in presenza dei sintomi della malattia, come la tosse persistente e prolungata, la febbre e la presenza di sangue nel catarro.

Trattamento

Cosa fare in caso di tubercolosi? In seguito alla diagnosi, gli specialisti prescriveranno un trattamento con appositi farmaci (antibiotici mirati).

Ceppi resistenti ai trattamenti richiederanno l’impiego di più farmaci contemporaneamente.

Il paziente continuerà ad assumere farmaci anche dopo la remissione dei sintomi. I primi miglioramenti potrebbero verificarsi dopo alcune settimane di trattamento.

Affinché la cura risulti efficace, sarà importante attuare la cosiddetta terapia direttamente osservata (DOT – Directly Observed Therapy), che consiste nel somministrare i farmaci al paziente e controllare che quest’ultimo segua correttamente la cura, in modo da ridurre la durata del trattamento e, fattore estremamente importante, evitare o ridurre il rischio di resistenza agli antibiotici.

Quanto tempo ci vuole per guarire dalla tubercolosi?

Con la cura adatta, i primi miglioramenti saranno evidenti già dopo le prime settimane.

Tuttavia, il trattamento avrà una durata piuttosto lunga. Il paziente dovrà infatti seguire la terapia antitubercolare per un periodo di tempo che va da 6 ai 24 mesi, a seconda della situazione specifica.

Mortalità

Quanto è grave la tubercolosi? A sentirne parlare, sembra quasi che questa malattia sia un “male d’altri tempi”, ma in realtà la tubercolosi rappresenta ancora oggi una delle principali emergenze mediche in tutto il mondo.

Se non curata, la malattia può essere letale.

Sebbene esistano delle cure adeguate per affrontare questa condizione, la tubercolosi rappresenta ancora oggi la nona causa di morte nel mondo, oltre che la prima causa di morte per malattie infettive.

Prevenzione

Fonte: Pixabay

Sapere come e perché si prende la tubercolosi ci permette già di capire come prevenire il contagio e lo sviluppo di questa malattia. Per prevenire l’infezione, è fondamentale seguire le basilari norme igienico-sanitarie.

Ricorda che i batteri responsabili della tubercolosi vengono trasmessi attraverso goccioline di saliva emesse mentre si parla o mentre si tossisce, e solo in caso di esposizione prolungata, per cui è importante far cambiare l’aria negli ambienti chiusi e potenzialmente a rischio.

Chi è spesso a contatto con pazienti affetti da TB o con materiale potenzialmente infetto può proteggere la propria salute indossando delle apposite mascherine.

Ma una delle primarie strategie di prevenzione consiste nel vaccino contro la tubercolosi (BCG – bacillo di Calmette-Guerin), impiegato soprattutto nei bambini che vivono in Paesi con alti tassi di tubercolosi e nei soggetti più a rischio.

Fonti

  1. Istituto Superiore di Sanità (ISS)
  2. Msdmanuals.com
  3. Humanitas.it
  4. Istituto Superiore di Sanità – EpiCentro
  5. Mayo Clinic

Le informazioni riportate su Benessereblog sono di natura generale e non possono essere utilizzate per formulare indagini cliniche, non devono essere considerate come suggerimenti per la formulazione di una diagnosi, la determinazione di un trattamento, l’assunzione o la sospensione di un farmaco , non possono sostituire in alcun caso il consiglio di un medico generico, di uno specialista , di un dietologo o di un fisioterapista. L’utilizzo di tali informazioni e’ sotto la responsabilita’, il controllo e la discrezione unica dell’utente. Il sito non e’ in alcun caso responsabile del contenuto, delle informazioni, dei prodotti e dei servizi offerti dai siti ai quali greenstyle.it puo’ rimandare con link.

Seguici anche sui canali social

Altri articoli su Apparato respiratorio