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Trattamento post chirurgico del tumore al colon, il progetto Pegasus sostenuto da Fondazione AIRC

Al termine del mese dedicato alla consapevolezza sul cancro al colon-retto, è stato lanciato il progetto Pegasus. Promosso dalla dottoressa Silvia Marsoni dell’IFOM di Milano, è uno studio che dimostra che grazie allo strumento guida della biopsia liquida si può rendere preciso il percorso terapeutico come trattamento post chirurgico del tumore al colon. Il progetto […]

Trattamento post chirurgico del tumore al colon, il progetto Pegasus sostenuto da Fondazione AIRC

Al termine del mese dedicato alla consapevolezza sul cancro al colon-retto, è stato lanciato il progetto Pegasus. Promosso dalla dottoressa Silvia Marsoni dell’IFOM di Milano, è uno studio che dimostra che grazie allo strumento guida della biopsia liquida si può rendere preciso il percorso terapeutico come trattamento post chirurgico del tumore al colon. Il progetto è sostenuto da Fondazione AIRC nell’ambito del programma 5×1000 coordinato dal Prof. Alberto Bardelli, dell’Università degli studi di Torino e dell’Istituto di Candiolo FPO-IRCCS.

Il progetto è condotto con la responsabilità clinica della dottoressa Sara Lonardi dell’Istituto Oncologico Veneto IRCCS di Padova. E si avvale della collaborazione del Professor Andrea Sartore-Bianchi del Cancer Center dell‘Ospedale Niguarda e del dottor Filippo Pietrantonio dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano.

Lo studio prevede il reclutamento di 140 pazienti affetti da tumore al colon e seguiti da 8 istituti clinici europei.

Tumore al colon, trovate le cellule che causano le recidive

https://www.youtube.com/watch?v=W02cUkfMgv4&feature=youtu.be

Trattamento post chirurgico del tumore al colon: i dati su questo tipo di cancro

Ogni anno in tutto il mondo vengono diagnosticati più di un milione di nuovi casi. 325mila in Europa e quasi 34mila in Italia. È il secondo tumore maligno più frequente nella donna. Il terzo nell’uomo. La chirurgia è il trattamento per 8 pazienti su 10, ma non sempre basta, a causa delle micro metastasi che non si possono rilevare con gli esami radiologici.

Queste micro metastasi possono crescere e provocare recidiva del tumore dopo 2 o 3 anni. La dottoressa Silvia Marsoni, direttore dell’Unità di Oncologia di Precisione dell’IFOM di Milano, promotore dello studio Pegasus, spiega:

Un test diagnostico che rivelasse la presenza delle micro-metastasi dopo la chirurgia ci permetterebbe di personalizzare la terapia adiuvante, restringendone l’uso ai soli pazienti che ne avessero davvero bisogno.

E questa è la sfida dei medici e ricercatori del progetto Pegasus, sostenuto da Fondazione AIRC.

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