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COVID-19: sintomi persistenti per un terzo dei pazienti

COVID-19: i sintomi persistono anche per più di 6 settimane per un terzo dei pazienti. Ecco cosa spiegano gli autori di un vasto studio

COVID-19: sintomi persistenti per un terzo dei pazienti

Molti pazienti con Covid-19 riportano sintomi a lungo termine, che possono protrarsi anche oltre le tre settimane. Ciò che tante persone colpite dalla malattia hanno già notato, è stato confermato adesso da un nuovo lavoro di ricerca condotto da più università, che insieme sono giunte alla conclusione che il 30% dei pazienti continua a soffrire di sintomi come affaticamento, perdita di gusto e olfatto, mancanza di respiro e tosse anche a distanza di 6 settimane dopo la diagnosi di Covid-19.

Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Annals of Internal Medicine, e spiega che il SARS-CoV-2 può causare una malattia insolitamente di lunga durata (definita come “Long Covid”), con sintomi che si manifestano anche diverse settimane dopo l’infezione.

Per il loro lavoro gli autori hanno seguito un campione di quasi 700 pazienti con Covid-19. L’età media dei partecipanti è di 43 anni e nessuno di loro presentava fattori di rischio sottostanti potenzialmente collegati a complicanze da COVID-19.

Long Covid-19, quando i sintomi sono a lungo termine

A distanza di 6 settimane dalla diagnosi, quasi un terzo dei partecipanti soffriva ancora di alcuni dei sintomi del Covid-19, ovvero:

  • Affaticamento (14% dei partecipanti)
  • Mancanza di respiro (9%)
  • Perdita del gusto o dell’olfatto (12%).
  • Tosse persistente (6%)
  • Mal di testa (3%).

I pazienti non possono fare a meno di domandarsi quanto dureranno questi effetti, e se alcuni di questi potranno effettivamente essere superati (come la mancanza di gusto e olfatto ad esempio).

Anche senza una chiara risposta medica, allo stato attuale delle conoscenze, è importante accompagnare i pazienti interessati e ascoltarli.

Gli autori dello studio sottolineano che è importante riconoscere la persistenza dei sintomi, e legittimare tale problema per dare voce alle preoccupazioni dei pazienti di fronte a una situazione sconosciuta che fa irrimediabilmente paura. Prossimamente è previsto un follow-up per lo stesso gruppo di persone per un periodo di 3, 7 e 12 mesi dall’infezione.

Foto di ElisaRiva da Pixabay
via | ScienceDaily

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