Benessereblog Salute Nobel per la Medicina 2013, premio diviso fra Stati Uniti e Germania

Nobel per la Medicina 2013, premio diviso fra Stati Uniti e Germania

I vincitori sono James Rothman, Randy Schekman e Thomas Sudhof

Nobel per la Medicina 2013, premio diviso fra Stati Uniti e Germania

Come ogni anno, anche nell’autunno del 2013 è giunto il momento di scoprire a chi verrà assegnato il Nobel per la Medicina durante la cerimonia ufficiale che si terrà a Stoccolma il 10 dicembre. Quest’anno il prestigioso riconoscimento è stato assegnato a due ricercatori statunitensi, James Rothman e Randy Schekman, che dovranno condividere il premio con il tedesco Thomas Sudhof per aver scoperto i meccanismi che regolano il trasporto delle molecole all’interno delle cellule.

L’importanza della scoperta

Per comprendere l’importanza della scoperta si può pensare alla cellula come ad una fabbrica che produce ed esporta molecole. I neuroni, ad esempio, producono neurotrasmettitori che devono viaggiare da una cellula nervosa all’altra per consentire la trasmissione del sistema nervoso. Molecole come i neurotrasmettitori, ma anche, per fare un altro esempio, l’insulina, viaggiano all’interno delle cellule in vescicole delimitate da una membrana.

Schekman, Rothman e Sudhof hanno contribuito in modo chiave alla delucidazione dei meccanismi che controllano gli spostamenti delle vescicole, la loro fusione con le membrane delle strutture verso cui sono indirizzate e il rilascio delle molecole in esse contenute.

In particolare, Schekman ha identificato 3 classi di geni del lievito che controllano il trasporto delle vescicole nelle cellule. Rothman ha invece identificato una proteina che consente alle vescicole di agganciarsi alle membrane che avvolgono il suo bersaglio (ad esempio la membrana di una cellula) e di fondersi con esse. E’ stato così scoperto che alcuni dei geni identificati da Schekman nel lievito codificano proprio per le proteine identificate da Rothman nei mammiferi. Nell’insieme il loro lavoro ha permesso di scoprire quali fossero gli elementi principali dell’apparato di trasporto delle vescicole nelle cellule. Infine, Sudhof ha concentrato la sua attenzione sui meccanismi che permettono alle cellule nervose di comunicare fra di loro, identificando le molecole che rispondendo ai flussi di calcio all’interno del neurone indicano alle vescicole contenenti i neurotrasmettitori, il cui trasporto avviene attraverso i meccanismi identificati da Rothman e Schekman, di fondersi con la membrana del neurone per rilasciare il neurotrasmettitore solo quando ce n’è davvero bisogno.

L’importanza della scoperta non risiede solo nel fatto di aver portato alla luce dei meccanismi cellulari fondamentali per il corretto funzionamento della cellula, ma anche nel fatto che il malfunzionamento di questi meccanismi è coinvolto in patologie come disturbi neurologici, diabete e patologie autoimmuni.

L’identikit dei laureati

Randy W. Schekman, classe 1948, è nato a St Paul, in Minnesota, e ha studiato all’Università della California di Los Angeles e a Stanfrod. Dopo aver conseguito il dottorato, nel 1976 si è trasferito all’Università della California di Berkeley, dove insegna presso il Dipartimento di Biologia Molecolare e Cellulare. Inoltre è ricercatore dell’Howard Hughes Medical Institute.

James E. Rothman è nato nel 1950 ad Haverhill, nel Massachusetts. Dopo il dottorato conseguito presso l’Harvard Medical School ha lavorato al Massachusetts Institute of Technology per poi trasferirsi all’Università di Stanford. Dopo aver lavorato a Princeton, al Memorial Sloan-Kettering Cancer Institute e alla Columbia University, dal 2008 guida il Dipartimento di Biologia Cellulare dell’Università di Yale.

Thomas C. Sudhof è nato nel 1955 a Gottinga, in Germania, dove ha studiato medicina, conseguendo allo stesso tempo il dottorato in neurochimica. Nel 1983 si è trasferito al Southwestern Medical Center dell’Università del Texas. Nel 1991 è diventato ricercatore presso l’Howard Hughes Medical Institute e dal 2008 è docente di Fisiologia Molecolare e Cellulare a Stanford.

Via | Ansa; Nobelprize.org
Foto | da Flickr di Science Museum London

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