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Longevità, i batteri intestinali allungano la vita

Una microflora commensale in salute allunga la vita, allontanando l'infiammazione che può portare al cancro

Longevità, i batteri intestinali allungano la vita

Per vivere sani e a lungo è importante prendersi cura della salute del proprio intestino. A ribadire il concetto già evidenziato da diversi studi sull’importanza della flora batterica intestinale è una nuova ricerca pubblicata su Cell, grazie alla quale un gruppo di ricercatori del Buck Institute for Research on Aging di Novato (Stati Uniti), guidato dall’esperto dell’Università di Rochester Heinrich Jasper, ha svelato i meccanismi che portano dall’alterazione dell’equilibrio della microflora batterica ad uno stato precanceroso pericoloso per la salute intestinale.

Jasper e collaboratori hanno utilizzato come organismo modello per i loro studi Drosophila, il moscerino della frutta. Gli esperimenti condotti dai ricercatori hanno permesso di scoprire che con il passare del tempo il numero di batteri presenti nell’intestino del moscerino aumenta significativamente attivando in modo cronico Foxo, un gene coinvolto nella risposta allo stress. La conseguenza di questo fenomeno è la soppressione dell’attività di una classe di molecole (le PGRP-SC, di cui sono noti i corrispondenti umani, le cosiddette PGLYRP) che controllano la risposta immunitaria ai batteri.

L’inibizione delle PGRP-SC altera l’attività di molecole coinvolte nel passaggio delle informazioni all’interno delle cellule (Rel/NFkB). La conseguente alterazione della risposta immunitaria scatena un’infiammazione che, aumentando i livelli di radicali liberi, causa un’eccessiva proliferazione delle cellule staminali intestinali, inducendo cambiamenti nella parete dell’intestino considerabili l’anticamera per lo sviluppo di tumori.

Esiste però una soluzione a questa situazione. I ricercatori hanno infatti scoperto che aumentando l’attività delle PGRP-SC è possibile prolungare la vita dei moscerini. Nell’uomo questo obiettivo potrebbe essere raggiunto assumendo farmaci che mimano proprio il ripristino della funzione di queste molecole.

Secondo Jasper

se capissimo in che modo l’invecchiamento influenza la nostra popolazione commensale – prima nel moscerino e poi nell’uomo – potremmo essere in grado di influenzare abbastanza significativamente la salute e la durata della vita, perché è il controllo della popolazione commensale ad essere critico per la salute dell’organismo.

Via | Science Daily

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