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Lavorare di notte aumenta il rischio di cancro?

Esiste avvero un legame fra il rischio di cancro e il lavoro notturno e a turni? La risposta arriva da questo nuovo studio

Lavorare di notte aumenta il rischio di cancro?

Lavorare di notte aumenta il rischio di cancro? Per rispondere a questa domanda, scienziati provenienti da tutto il mondo hanno condotto numerose ricerche, nel tentativo di fare chiarezza su un argomento di grande importanza. Infermieri, tassisti, forze dell’ordine, medici, panettieri, operai e molte altre persone lavorano di notte. Per questo motivo è importante scoprire se chi lavora a turni (soprattutto chi fa un lavoro a turni notturno) corre maggiori pericoli per la salute.

A cercare di fare chiarezza in merito al rischio di cancro legato al lavoro notturno ci pensa un nuovo studio pubblicato sul Journal of Pineal Research e condotto dai membri Washington State University Health Sciences Spokane.

Gli autori hanno scoperto che interrompendo la fisiologica alternanza fra giorno e notte (come accade nel caso di chi fa i turni di notte), aumentano i danni al Dna in porzioni genetiche collegate al cancro. Allo stesso tempo, tale alterazione del ciclo sonno-veglia è collegata anche a una compromessa capacità di riparazione dello stesso Dna.

Lavorare di notte e rischio di cancro: cosa sappiamo?

In poche parole, stravolgere i nostri ritmi circadiani influisce sul sistema immunitario, indebolendolo e aprendo la strada allo sviluppo di malattie come i tumori.

Prima di farci prendere dal panico, gli autori dello studio vogliono però specificare che al momento non c’è nulla di assolutamente certo.

Innanzi tutto bisogna precisare che si tratta di un possibile rischio. Non è una certezza, ma una probabilità su cui la comunità scientifica sta facendo i dovuti accertamenti da anni, raccogliendo un numero crescente di informazioni su ampi numeri di persone. I meccanismi alla base del pericolo però non sono ancora chiari. E’ in questa direzione che ha voluto andare il nostro lavoro.

Per il loro studio, gli autori hanno chiesto a un gruppo di 14 persone di trascorrere una settimana in un laboratorio del sonno. La metà dei volontari ha simulato i turni di un lavoro diurno, mentre l’altra metà ha invece simulato i ritmi del lavoro notturno. Analizzando gli esami del sangue dei volontari è emerso che chi aveva simulato il lavoro a turni presentava alterazioni in geni connessi al rischio di cancro. E’ inoltre emersa una più scarsa capacità di auto-riparazione del Dna.

Nonostante tali risultati possano fare paura, gli autori ricordano che la strada da percorrere per poter formulare delle conclusioni certe è ancora lunga.

via | Corriere
Foto di Comfreak da Pixabay

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