Benessereblog Salute Terapie e Cure La bartonellosi nell’uomo: sintomi e cura della malattia da graffio di gatto

La bartonellosi nell’uomo: sintomi e cura della malattia da graffio di gatto

La bartonellosi è una malattia infettiva causata da un batterio trasmesso all'uomo dai gatti. Vediamo come si manifesta e quali sono le cure efficaci

La bartonellosi nell’uomo: sintomi e cura della malattia da graffio di gatto

La bartonellosi, che deve il suo nome al batterio che la causa, è una malattia infettiva non grave che viene trasmessa all’uomo dai gatti. Questi ultimi non sviluppano i sintomi dell’infezione, che a sua volta viene contagiata loro da una pulce, ma attraverso graffi, o leccate, possono diventare veicolo di malattia per l’uomo.

Sono soprattutto i bambini che si ammalano della “malattia da graffio di gatto”, probabilmente perché il loro sistema immunitario è più debole, o forse perché, semplicemente, stanno più a contatto con i gatti, sia domestici che randagi.

Il batterio che provoca la bartonellosi si chiama Bartonella henselae, e come anticipato viene trasmesso al gatto da pulci infette. L’animale non si ammala, e pertanto è impossibile distinguere un gatto infetto da uno perfettamente sano. Ad ogni modo, se il bambino o l’adulto vengono graffiati da un felino che ospiti il germe patogeno, con tutta probabilità si infetteranno, manifestando i tipici sintomi della malattia, che sono seguenti:

  • Comparsa, nel punto ferito, di una lesione simile alla puntura di un insetto (quindi una sorta di papula arrossata), dopo circa 3-10 giorni dal contagio
  • Tale lesione perdura per diversi giorni (quindi più a lungo di una comune puntura di zanzara), ma guarisce da sola
  • Dopo circa 15 giorni dal contagio, quindi al graffio o dalla leccata del gatto (che per contagiare il batterio deve comunque avvenire in un punto in cui la pelle sia già ferita), si ingrossa il linfonodo corrispondente, quello più vicino alla zona di inoculazione del germe (collo, ascella o inguine), che diventa anche dolente in quanto reattivo
  • In concomitanza con il gonfiore della linfoghiandola si possono avere altri sintomi come febbre, malessere generale, dolori muscolari e articolari, cefalea, debolezza, mal di gola
  • Più raramente tra i sintomi si avranno ingrossamento della milza (splenomegalia), nausea e vomito, dimagrimento

La bartonellosi guarisce spontaneamente in 2-3 mesi, e non necessita, sebbene sia causata da un batterio, di cure antibiotiche. In genere, una volta scoperta l’origine dell’infezione, si procede ad un terapia volta solo a spegnere i sintomi, come la somministrazione di un antipiretico o medicinali per mal di testa e mal di gola.

Il riposo, comune, è la cura migliore. In casi molto rari la bartonellosi dà complicanze, come encefaliti, endocarditi o mieliti, in genere in persone immunodepresse. Per prevenire questa malattia, oltre a cercare di non avere contati con gatti randagi, è bene lavarsi semrpe le mani dopo aver giocato con il gatto di casa e, ogni tanto, sottoporlo al test PCR real-time per scoprire se sia portatore del germe. In caso di positività, l’animale dovrà esser sottoposto a terapia antibiotica.

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