Benessereblog Salute Il rumore rosa stimola il sonno profondo nei pazienti con deficit cognitivo lieve

Il rumore rosa stimola il sonno profondo nei pazienti con deficit cognitivo lieve

Il rumore rosa può migliorare il sonno e la memoria delle persone con decadimento cognitivo lieve.

Il rumore rosa stimola il sonno profondo nei pazienti con deficit cognitivo lieve

La delicata stimolazione sonora eseguita con del rumore rosa, durante momenti specifici del sonno profondo, può migliorare il sonno a onde lente nelle persone con decadimento cognitivo lieve, ovvero quelle che corrono un maggior rischio di soffrire del morbo di Alzheimer. A suggerirlo è un nuovo studio pubblicato sulla rivista Annals of Clinical and Translational Neurology, i cui autori spiegano che il sonno profondo è fondamentale per il consolidamento della memoria.

Diversi disturbi del sonno sono stati osservati nelle persone con compromissione cognitiva lieve, ed i cambiamenti più significativi includono una riduzione della quantità di tempo trascorso nella fase più profonda del sonno. Il nuovo studio suggerisce però che il miglioramento del sonno è un promettente nuovo approccio per allontanare il rischio di demenza.

Per lo studio, gli scienziati hanno condotto una prova di stimolazione sonora durante la notte in un campione di 9 persone con compromissione cognitiva lieve. I partecipanti hanno trascorso due notti nel laboratorio del sonno a una settimana di distanza l’una dall’altra. Ogni partecipante ha ascoltato dei suoni in una delle due notti. La stimolazione sonora consisteva in brevi impulsi di rumore rosa, simili al rumore bianco ma più profondi, durante il sonno a onde lente.

Il giorno successivo i partecipanti hanno eseguito dei test di memoria, e gli autori hanno constatato che le persone che hanno avuto un aumento dell’attività ad onde lente dopo la stimolazione sonora hanno ottenuto migliori risultati, ed hanno anche migliorato la qualità del sonno.

Questi risultati suggeriscono che il miglioramento del sonno è un promettente nuovo approccio per allontanare la demenza.

via | ScienceDaily

Foto da Pixabay

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