Benessereblog Salute Terapie e Cure Hyperemesis Gravidarum, il disturbo che colpisce le donne incinte

Hyperemesis Gravidarum, il disturbo che colpisce le donne incinte

Durante la gravidanza nausea e vomito possono essere talmente frequenti da far perdere peso. L'importante è evitare la disidratazione

Hyperemesis Gravidarum, il disturbo che colpisce le donne incinte

Il suo nome sembra non promettere nulla di buono, ma in realtà non si tratta di nulla di irrisolvibile: l’Hyperemesis Gravidarum (o iperemesi gravidica), il disturbo che nei giorni scorsi ha portato Kate Middleton, duchessa di Cambridge, in ospedale è un disturbo in cui la sensazione di nausea accompagnata a episodi di vomito che colpisce quasi tutte le donne incinte nei primi tre mesi della gravidanza diventa particolarmente persistente. Preoccuparsi eccessivamente può essere inutile. Basta, infatti, riconoscere per tempo i sintomi e prendere i dovuti accorgimenti per far sì che né la mamma, né il bambino corrano dei seri pericoli.

A volte, infatti, la nausea è talmente pronunciata da far correre il rischio di disidratazione. Non solo, vomitare eccessivamente può anche far perdere qualche chilo. All’atto pratico ciò si traduce in un aumento di peso inferiore rispetto a quello che ci si aspetterebbe nel primo trimestre della gestazione. La situazione può essere affrontata senza l’uso di medicinali, ma se la nausea e il vomito sono intensi è bene rivolgersi al medico per evitare di perdere troppa acqua e preziosi nutrienti.

Infatti in queste situazioni il rapido aumento dei livelli di HCG (la gonadotropina corionica umana, ormone rilasciato dalla placenta) nel sangue scatena sintomi talmente intensi da poter richiedere l’esecuzione di analisi del sangue o delle urine per verificare la gravità della disidratazione e l’eventuale presenza di problemi gastrointestinali o al fegato. Altre analisi cui si potrebbe essere sottoposte sono la misurazione della pressione (che potrebbe diminuire) e del battito cardiaco (che potrebbe aumentare).

In genere i disturbi, che possono essere associati anche a capogiri e svenimenti, sono più intensi tra la seconda e la dodicesima settimana di gravidanza e tendono a scomparire nella seconda metà della gestazione. Fino a che durano non è consigliato assumere farmaci per prevenirli, a meno che (e si tratta di rari casi) la salute della mamma o del bambino siano in potenziale pericolo. Piuttosto, le donne che ne soffrono dovrebbero mangiare poco e spesso, preferendo cibi secchi, come i crackers, che aiutano a tenere a bada la nausea. Inoltre è stato dimostrato che l’assunzione di vitamina B6 (non più di 100 mg al giorno) aiuta a ridurre le nausee tipiche delle fasi iniziali della gravidanza.

Dato, poi, che il rischio maggiore è la disidratazione, è fondamentale bere molto nei momenti in cui il disturbo dà un po’ di tregua. Solo se la situazione è grave è richiesta la reidratazione con delle flebo.

Secondo gli esperti, sintomi estremamente gravi possono essere associati alla presenza di una mola idatiforme, una massa benigna che, in rari casi, si può formare nell’utero. Una semplice ecografia può eliminare ogni dubbio a proposito e verificare se la causa di nausee così intense non sia una gravidanza gemellare. Una volta verificate queste ipotesi, la corretta gestione dei sintomi permette di affrontare la situazione senza che mamma o bambino corrano il rischio di serie complicazioni.

Via | MedlinePlus
Foto | Flickr

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