Giornata Nazionale per l’Epilessia 2014, i neurologi ricordano l’importanza della ricerca
Non solo conoscenza di base, ma anche diagnosi precoce e terapie innovative. Ecco i traguardi raggiungibili nella lotta all'epilessia grazie alla ricerca scientifica
Quando si tratta di epilessia la ricerca scientifica è fondamentale sia per identificare le cause della malattia, sia per diagnosticarla e mettere a punto nuove terapie. A ricordarlo in occasione della Giornata Nazionale per l’Epilessia 2014, che si celebra in tutta Italia proprio oggi, domenica 4 maggio, è la Società Italiana di Neurologia (SIN), che non manca di sottolineare come quella su cui si vuole concentrare l’attenzione con questo evento è una malattia sociale che colpisce circa 500 mila abitanti dello Stivale e che ogni anno fa registrare 25 mila nuovi casi, soprattutto fra bambini, adolescenti e adulti al di sopra dei 65 anni di età.
Nella consapevolezza del ruolo svolto dalla ricerca scientifica nella terapia di questa patologia la Società Italiana di Neurologia è impegnata da sempre nello sviluppo di studi clinici multicentrici nazionali sulle malattie neurologiche associate all’epilessia.
Nuovi farmaci antiepilettici, meglio tollerati dai pazienti, sono stati recentemente immessi in commercio mentre altri sono in fase di sperimentazione
racconta Umberto Aguglia, coordinatore del Gruppo di Studio Epilessie SIN, docente di Neurologia all’Università Magna Graecia di Catanzaro e direttore del Centro Regionale Epilessie dell’Azienda Ospedaliera “Bianchi Melacrino Morelli” di Reggio Calabria, precisando che
le moderne risorse diagnostiche consentono di individuare sempre più precocemente le persone con epilessia farmaco-resistente che possono dunque giovare di una terapia neurochirurgica, ovvero dell’asportazione della cosiddetta zona epilettogena, zona cerebrale in cui hanno origine le crisi epilettiche.
Cos’è l’epilessia, come si riconosce e come si cura
L’epilessia è una malattia neurologica caratterizzata dalla ripetizione cronica di attacchi improvvisi e transitori che si manifestano sotto forma di convulsioni, turbe sensoriali e cognitive, comunemente noti come crisi epilettiche.
A causarli è un’attivazione esasperata dei neuroni le cui cause non sono sempre ben identificabili. Molto spesso, infatti, i primi attacchi compaiono apparentemente senza alcun motivo scatenante. Altre volte, invece, è possibile identificare chiaramente una causa genetica, traumatica, vascolare o infettiva. Altre volte ancora gli attacchi epilettici possono essere scatenati dalla presenza di un tumore.
Fortunatamente, come spiega Aguglia, oggi
tecniche avanzate neurofisiologiche e di neuroimaging hanno aperto nuovi ed entusiasmanti orizzonti nella comprensione dei meccanismi che sottendono le epilessie.
Non solo, se riceve cure adeguate chi soffre di epilessia può condurre una vita normale, attiva e produttiva. Le donne, se informate in modo corretto e se seguite da uno specialista in neurologia, possono anche aforntare con serenità una gravidanza e avere figli sani.
Attualmente sono già stati sperimentati con successi rivoluzionari sistemi di monitoraggio neurofisiologico continuo che permettono di predire – e di conseguenza di bloccare – l’insorgenza delle crisi epilettiche, testimoniando così i traguardi che è possibile raggiungere con la ricerca e i benefici che ne possono derivare per i pazienti.
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Via | Comunicato stampa
Foto | LICE