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Come proteggere i neonati dal caldo

I neonati sono molto più sensibili al caldo rispetto agli adulti: per questo, è fondamentale seguire alcuni accorgimenti per scongiurare il rischio di disidratazione. Abbiamo chiesto al dottor Francesco Maria Paone, pediatra di MioDottore, di condividere con noi qualche consiglio.

Come proteggere i neonati dal caldo

I neonati soffrono il caldo di più rispetto agli adulti: più i bambini sono piccoli, minori sono le riserve idriche del loro organismo. Per questo motivo, il rischio di disidratazione è tanto più rapido quanto più un bambino è piccolo: è dunque fondamentale premunirsi e mettere in atto alcune accortezze per evitare che le temperature troppo calde possano in qualche modo causare danni al piccolo. Vediamo, dunque, come proteggere i neonati dal caldo.

Come proteggere i neonati dal caldo?

In questo periodo di grande caldo bisognerà adottare delle regole di comportamento volte a limitare l’eccessiva sudorazione, con conseguente perdita di liquidi. Le cause di gran lunga più frequenti sono la diarrea, il vomito, la febbre e l’eccessiva sudorazione.

È importante dunque optare per un abbigliamento leggero (body o maglia leggera di cotone o lino) ed evitare sbalzi di temperatura eccessivi (negozi, centri commerciali ecc.), dove la differenza di temperatura rispetto all’esterno è notevole.

Inoltre, è consigliabile avere sempre con sé un lenzuolino per coprirlo se necessario e far bere spesso il piccolo, ogni volta che lo richiede, ma senza forzarlo. Si ricorda, inoltre, che il latte contiene il 92-95% di acqua e pertanto è un’ottima fonte di liquidi.

madre con in braccio un neonato

Cosa fare per difendere i bimbi piccoli dal caldo

È meglio tenere i bambini in casa nelle ore centrali della giornata e usare l’aria condizionata, se disponibile, con moderazione e senza superare i 4-5 gradi di differenza rispetto alla temperatura esterna. Se l’apparecchio di casa lo consente, è meglio optare per la funzione di deumidificazione rispetto a quella normale: in questo modo si evitano bruschi cali di temperatura e si crea un ambiente secco, eliminando l’umido e l’afa.

È inoltre bene effettuare bagnetti rinfrescanti e proteggerli con il parasole in auto. Se l’auto è rimasta a lungo al sole, la temperatura dell’abitacolo sarà eccessiva, per cui è consigliabile, prima di entrare in macchina col piccolo, far circolare l’aria e poi chiudere i finestrini e attivare il climatizzatore, per creare un ambiente più fresco.

neonato con mamma

Cosa evitare

È da sottolineare però l’importanza di non eccedere con il climatizzatore e di non lasciare mai i bambini dell’abitacolo dell’auto esposta al sole senza l’aria accesa. Sul seggiolino del bimbo è consigliabile stendere un telo di cotone, soprattutto se è stato esposto a lungo ai raggi solari, in quanto potrebbe scottare.

In generale, ogni volta che è possibile, sarebbe meglio partire nelle ore meno calde quando si viaggia con un bimbo piccolo, senza dimenticare di portare con sé scorte d’acqua quando si intraprende un lungo viaggio, specialmente se si percorrono autostrade dove, a causa dell’intenso traffico e di possibili code, si rischia di non poter raggiungere in tempi brevi una stazione di servizio in caso di bisogno.

neonato sorridente

Cosa fare in caso di allattamento?

Se il neonato è allattato al seno, non è necessario offrirgli l’acqua da bere: basterà dargli un po’ più spesso il seno o il biberon per soddisfare in tal modo il suo aumentato desiderio di liquidi. Ai più grandicelli, dopo che è iniziato lo svezzamento, sarà necessario, invece, offrire spesso acqua per reintegrare tutti i liquidi persi attraverso la sudorazione. Se il piccolo lo gradisce, si può offrirgli in alternativa tisane o succhi di frutta a temperatura ambiente o appena freschi.

Cosa fare con i bambini già svezzati

Ai bambini già svezzati è bene aumentare l’apporto di frutta e verdura, alimenti leggeri, facilmente digeribili e ricchi al tempo stesso di sali minerali, indispensabili per reintegrare quelli persi con la sudorazione. Sempre per i più grandicelli si possono offrire gelati, che possono rappresentare una merenda fresca e nutriente. Se il bambino li gradisce, è meglio preferire quelli alla frutta (senza conservanti e coloranti).

Come vestire i bambini in estate?

La tendenza delle mamme, anche nel vestire i neonati in estate, è quella di coprirli più di quanto sia realmente necessario. È bene preferire i capi in fibra naturale, come il cotone o il lino, chiari o bianchi, per permettere una corretta traspirazione cutanea e far assorbire il sudore. Per questo è meglio evitare gli abiti in tessuti sintetici o troppo aderenti, che fanno aumentare la sudorazione e non consentono all’aria di circolare tra il tessuto e la pelle.

Quando si esce è meglio far indossare al piccolo un cappellino di cotone per proteggergli la testa e gli occhi dai raggi solari. Nelle giornate molto assolate o quando c’è un forte riverbero (ad esempio sabbia bianca o montagna) è consigliabile utilizzare occhiali da sole che rispondano a garanzie di sicurezza europee (marchio CE), purché il bambino li voglia indossare.

mani di un neonato e di un adulto

Quando uscire con i bambini

L’orario ideale per fare una passeggiata o per andare in spiaggia con i bambini, soprattutto con i più piccoli, è la mattina presto fino alle 11 e il tardo pomeriggio dopo le 16-17. In questo modo, durante le ore più torride, il bambino non è esposto al caldo e ai raggi solari più nocivi. È fondamentale, comunque, ricordarsi di applicare la crema protettiva al piccolo, utilizzando un fattore di protezione a schermo totale su tutto il corpo, almeno mezz’ora prima di uscire di casa e riapplicandola ogni due ore circa.

Come organizzarsi per il mare

È bene sapere che al mare l’ombrellone non protegge né dal caldo né dai raggi solari. Quindi, anche se i bambini rimangono all’ombra, è necessario proteggerli adeguatamente. I neonati sotto i sei mesi di vita non devono essere mai esposti al sole diretto; per i più grandi invece è bene prestare la massima attenzione agli sbalzi termici: evitare bevande ghiacciate e tuffi improvvisi in acqua fredda, specie dopo mangiato.

Come capire se il neonato ha troppo caldo?

I piccoli soffrono più il caldo del freddo. Questo è dovuto alla temperatura interna, che è leggermente più alta di quella di un adulto, in genere tra i 36,5 e i 37 gradi. Se le guance sono arrossate ha sicuramente caldo. Se il piccolo ha la nuca calda, è probabile che stia soffrendo per le alte temperature.

Infatti, nella zona tra collo e capelli, la pelle sudata indica sofferenza del bambino perché qui si trovano i centri nervosi che regolano la temperatura. Anche la pancia è un ottimo indicatore: se è accaldata, è il caso di alleviare il fastidio al piccolo per evitare che vada incontro a inappetenza, astenia e pianto inconsolabile.

neonato con padre
Fonte: Pexels

È importante ricordarsi che il pericolo maggiore è la disidratazione. Se però suda troppo può essere rinfrescato usando salviette umidificate, un panno umido o spruzzandogli addosso dell’acqua, sempre senza esagerare, e facendolo bere. È bene tenere sempre a portata di mano un cambio perché gli abitini sudati vanno cambiati: è sufficiente un body leggero e di fibra naturale di colore chiaro, mentre, se dorme in una camera con aria condizionata, un pigiamino estivo fresco e leggero.

Mentre dorme, per capire se il piccolo ha caldo o freddo, bisogna toccargli la nuca: se la pelle è calda e sudata significa che ha troppo caldo; se invece la pelle è gelata probabilmente ha freddo. L’ambiente dovrebbe essere a una temperatura intorno ai 24° con un’umidità relativa intorno al 50%. La persistenza di mani e piedi freddi è una condizione normale in quanto, nei più piccoli, il sistema di termoregolazione non è ancora totalmente sviluppato.

Al contrario, mani e piedi freschi sono indicativi di buona salute. La maniera migliore è controllare al tatto la temperatura delle manine e dei piedini dei piccoli: se sono molto caldi hanno la febbre o sono troppo coperti o fa troppo caldo. Infatti, in condizione di benessere, le estremità devono essere tiepide o fresche.

Il contributo è del dottor Francesco Maria Paone, pediatra di MioDottore

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