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Cacao contro l’Alzheimer, così il cioccolato protegge il cervello

Scoperte le potenzialità del cacao contro l'Alzheimer: secondo uno studio firmato da un gruppo di ricercatori italiani e pubblicato sulla rivista Hypertension, i flavonoli in esso contenuti possono contrastare il declino delle capacità cognitive tipico della terza età .

Cacao contro l’Alzheimer, così il cioccolato protegge il cervello

Assunte a dosi medio-alte, infatti, queste molecole aiutano a migliorare le capacità cognitive, la rapidità di pensiero, la memoria a breve termine e le funzioni esecutive. Non solo, i flavonoli permettono di ridurre la pressione sanguigna, lo stress ossidativo e la resistenza all’insulina. Secondo gli autori della ricerca sarebbe proprio quest’ultimo fenomeno, responsabile anche dello sviluppo di alcune forme di diabete, a determinare il 40% del miglioramento delle capacità cognitive osservato.

I ricercatori hanno coinvolto nello studio 90 anziani affetti da lieve declino cognitivo, cui è stato chiesto di assumere quotidianamente, per un totale di 8 settimane, una bevanda contenente 990 mg (dose elevata), 520 mg (dose media) o 45 mg (dose bassa) di flavonoli del cacao. Tutte le altre possibili fonti alimentari di flavonoli, ad esempio il tè, l’uva, il vino rosso e le mele, sono state eliminate dalla dieta dei partecipanti. In seguito, le performance cognitive degli anziani sono state misurate attraverso test neuropsicologici specifici.

Giovambattista Desideri, direttore del Reparto di Geriatria dell’ospedale di Avezzano (L’Aquila) e primo autore dello studio, ha spiegato che i dati raccolti rappresentano

l’incoraggiante evidenza che consumare flavonoli del cacao, come parte di una dieta controllata a livello calorico e bilanciata dal punto di vista nutrizionale, può migliorare la funzione cognitiva.

Tuttavia, sono gli stessi autori a precisare che non è ancora chiaro se i benefici osservati dipendano da un effetto diretto del consumo di flavonoli o, piuttosto, dal miglioramento delle funzioni cardiovascolari derivante dall’assunzione di queste sostanze.

La pubblicazione dei risultati ottenuti da Desideri e colleghi è stata in poco tempo seguita dalle raccomandazioni di altri esperti, che, pur senza sminuire il lavoro dei ricercatori abruzzesi, precisano che i benefici associati al consumo di flavonoli non può giustificare cambiamenti troppo drastici nell’alimentazione. Marc Gordon, neurologo del Feinstein Institute for Medical Research di Manhasset (Usa) ha commentato:

Non possiamo dire “mangiate cioccolato tutti i giorni”. Le persone devono essere molto prudenti nel fare ampi cambiamenti alimentari basandosi su una sola ricerca. Dobbiamo analizzare questo aspetto per periodi più lunghi e in persone con Alzheimer, così come in chi non mostra segni di declino cognitivo.

Richard Isaacson dell’Università di Miami ha aggiunto:

Il trucco sta nella moderazione. Questo è un grande studio. Siamo quello che mangiamo e possiamo cambiare quello che mangiamo.

Via | eMedicineHealth
Foto | Flickr

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