
Dieci aziende farmaceutiche che producono farmaci generici e biosimilari hanno presentato un ricorso presso la Corte di giustizia dell’Unione europea contro la direttiva riguardante il trattamento delle acque reflue urbane. Secondo l’associazione Medicines for Europe, che rappresenta le aziende produttrici di farmaci a brevetto scaduto, la direttiva comporta “costi discriminatori e sproporzionati” e “minaccia la fornitura di medicinali per milioni di pazienti in tutta l’Unione Europea”.
Critiche alla responsabilità estesa del produttore
Uno dei punti più controversi sollevati dalle aziende è la cosiddetta “responsabilità estesa del produttore”. Questo principio impone a chi produce farmaci e cosmetici di coprire una parte significativa, almeno l’80%, dei costi necessari per rimuovere determinati micro-inquinanti dalle acque reflue attraverso il cosiddetto trattamento quaternario. Le aziende avvertono che l’implementazione di questa direttiva potrebbe generare conseguenze devastanti, portando a “uno tsunami di carenze di farmaci generici”, con ripercussioni catastrofiche sull’accesso dei pazienti ai medicinali e sulla sostenibilità del sistema sanitario.
Implicazioni economiche per i pazienti
In aggiunta alle preoccupazioni riguardo all’accesso ai farmaci, l’analisi di Medicines for Europe evidenzia un potenziale aumento dei costi. Per esempio, nei Paesi Bassi, l’applicazione della responsabilità estesa del produttore potrebbe far lievitare il prezzo della metformina, un comune farmaco antidiabetico, fino a otto volte, mentre il costo dell’antibiotico amoxicillina potrebbe aumentare di oltre tre volte. Questi incrementi di prezzo pongono una seria minaccia alla salute pubblica, rendendo i farmaci essenziali inaccessibili per molti cittadini.
Il diritto all’assistenza sanitaria in pericolo
Adrian van den Hoven, direttore generale di Medicines for Europe, ha dichiarato che “l’accesso all’assistenza sanitaria è un diritto fondamentale dei cittadini europei”. Ha sottolineato che l’imposizione di oneri così gravosi contraddice questo diritto e mette a rischio gli sforzi per migliorare l’accesso ai medicinali. La direttiva, entrata in vigore il 1° gennaio 2025, è attualmente in attesa di essere recepita dagli Stati membri dell’Unione Europea, ma le aziende temono che i tempi di attuazione possano aggravare ulteriormente la situazione.