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Autolesionismo e comportamento impulsivo: svelato il legame

L’autolesionismo aumenta il rischio di suicidio? Ecco cosa emerge da un nuovo studio.

Autolesionismo e comportamento impulsivo: svelato il legame

I giovani adulti che soffrono di autolesionismo corrono un più alto rischio di suicidio? A rispondere a questa domanda è una nuova ricerca, i cui autori spiegano che quando le persone fanno ricorso al self harming senza volersi suicidare (fenomeno noto con il nome di “nonsuicidal injury” o NSSI), mettono in atto un comportamento associato a un atteggiamento impulsivo, ma solo nel momento in cui vi sono delle particolari emozioni negative.

La ricerca, pubblicata sulla rivista Psychiatry Research, rivela che le persone che si auto-feriscono frequentemente o che lo hanno fatto molto di recente, compiono queste scelte impulsive quando provano angoscia, rispetto a chi decide di ferirsi meno frequentemente o non lo ha fatto di recente. Esempi comuni di autolesionismo senza intento di suicidarsi consistono ad esempio nel tagliarsi, bruciarsi o colpire se stessi. Si tratta di un problema comune tra adolescenti e i giovani adulti, e nonostante non sia dettato dalla voglia di togliersi la vita, è comunque uno dei più forti predittori di futuri tentativi di suicidio.

Le implicazioni cliniche di questa ricerca potrebbero essere notevoli. Capire quando e dove si verifica l’NSSI in concomitanza con un umore negativo, e i conseguenti problemi di controllo degli impulsi, potrebbe aiutare a valutare, trattare e prevenire sia dell’NSSI che il suicidio, il che è proprio ciò per cui siamo qui

spiegano gli autori dello studio, i quali aggiungono che le persone che soffrono di autolesionismo non suicidario tendono ad avere maggiori difficoltà a controllare gli impulsi direttamente innescati da emozioni negative come ansia, rabbia e tristezza. Il che significa che tali individui potrebbero agire solo in modo impulsivo, una volta che i loro sentimenti negativi hanno raggiunto un certo livello di intensità.

Gli interventi terapeutici incentrati sull’aumento della “consapevolezza” potrebbero essere particolarmente utili nell’aiutare le persone a diventare consapevoli delle loro emozioni e dei loro impulsi prima che diventino schiaccianti e che raggiungano questo punto di rottura.

In definitiva, i nostri risultati suggeriscono che una volta che qualcuno cede a un comportamento impulsivo di autolesionismo, potrebbe trovare particolarmente difficile fermarsi, mentre se quella persona riesce a cogliere questa urgenza nella fase iniziale, potrebbe essere in grado di scegliere una strategia più adatta per ridurre lo stato emotivo spiacevole, come fare sport o ascoltare musica.

via | Eurekalert

Foto da Pixabay

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