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Antibiotico resistenza in Italia: 10mila morti ogni anno

Gli infettivologi dicono basta a fai da te e disinformazione: in Italia ci sono 10mila morti ogni anno per infezioni a causa dell'antibiotico-resistenza.

Antibiotico resistenza in Italia: 10mila morti ogni anno

In vista della Giornata Europea 2018 per il buon uso degli antibiotici del 18 novembre, la Società Italiana di Terapia Antinfettiva (SITA) ha deciso di lanciare il suo preoccupato appello per cercare di sensibilizzare la popolazione sull’uso corretto e responsabile degli antibiotici, incentivando l’uso dei vaccini. Il problema è che il fenomeno dell’antibiotico-resistenza è in crescita in Italia: ogni anno, qui da noi, ci sono più di 10.000 morti ogni anno per infezioni antimicrobico-resistenti, un terzo di quelle europee. La situazione delle malattie infettive è piuttosto preoccupante: casi di malattie infettive che sembravano essere debellate, ma che ritornano a causa delle coperture vaccinali sotto la soglia di sicurezza e l’aumento dell’antibiotico-resistenza provocata da un uso non corretto degli antibiotici sono fra le principali cause.

Aumento dell’antibiotico-resistenza in Italia

A causa di tutte queste problematiche, la Società Italiana di Terapia Antinfettiva ha deciso di spiegare quanto siano importanti antibiotici e vaccini, sia per proteggere la salute del singolo che quella collettiva. Bisogna dire basta alla disinformazione sui vaccini, basta all’uso improprio degli antibiotici, bisogna insegnare alla popolazione quando gli antibiotici vanno usati e quando non vanno usati e quanto sia necessario vaccinarsi per assicurare l’immunità di gregge.

Matteo Bassetti, direttore della Clinica di Malattie Infettive presso l’Università degli Studi di Udine e vice presidente SITA, ha così affermato: “La SITA sente l’esigenza di scendere in campo ancora una volta per rivolgersi alla popolazione perché i fatti di cronaca, ultimi di questi giorni le epidemie di morbillo a Trieste e Bari, e i numeri in aumento delle resistenze microbiche agli antibiotici nel nostro Paese sono campanelli d’allarme che non si possono più sottovalutare. Siamo ormai convinti della necessità di agire direttamente sui cittadini perché ricevano le informazioni corrette e diventino consapevoli di quanto sia fondamentale, per proteggere la salute di tutti, vaccinarsi e usare con giudizio gli antibiotici. Se questo non avverrà, il rischio non solo di perdere gli alleati più preziosi della nostra salute, ma anche di pagare un forte dazio in vite umane, è altissimo”.

Ecco che per discutere di questi argomenti sabato 17 novembre, dalle 10 alle 12.30, presso il Salone del Parlamento del Castello di Udine, si terrà il convegno aperto a tutti dal titolo “Antibiotici e vaccini: la nostra difesa numero 1”.

Le vaccinazioni e l’immunità di gregge sono fondamentali per proteggere gli individui che non possono vaccinarsi, come gli immunodepressi. Tuttavia in Italia i primi a non vaccinarsi sono proprio medici e operatori sanitari, proprio coloro che hanno maggiori probabilità non solo di ammalarsi, ma anche di contribuire a diffondere le infezioni. Pensate che contro l’influenza stagionale solamente un quarto dei medici e operatori sanitari si vaccinano.

Gli infettivologi ricordano ci sono alcuni vaccini raccomandati per medici e operatori sanitari:

Purtroppo non esiste una legge nazionale che obblighi medici e operatori sanitari a vaccinarsi, ma sono le singole regioni a decidere. Molte regioni, per questo motivo, hanno soglie di copertura basse, a stento rientrano nei parametri di sicurezza. E questo anche a causa della disinformazione e delle relative campagne diffamatorie divulgate dai no-vax.

Bollettino rosso anche per l’antibiotico-resistenza. A questo proposito Matteo Bassetti si è così espresso: “I dati pubblicati su The Lancet, insieme ai numeri dell’ultimo report del CDC di Atlanta, confermano la crescita del fenomeno delle resistenze antimicrobiche nel nostro Paese, che è il peggiore in Europa per germi resistenti: Pseudomonas aeruginosa resistente a più di 3 classi di antibiotici, Enterobacteriacee resistenti ai carbapenemi, e peggiore per prevalenza di MRSA, Stafilococcus aureus meticillino-resistente. Ciò significa che tutto quello che SITA ha detto e fatto in questi ultimi anni ha mancato il bersaglio. È arrivato il tempo di cambiare rotta”.

Fortunatamente stanno arrivando nuovi antibiotici sul mercato, ma l’importante è non usare a sproposito anche questi: altrimenti non si uscirà dal tunnel dell’antibiotico-resistenza.

Via iStock

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