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Amebiasi: cause e sintomi

L'amebiasi è una malattia infettiva provocata da un protozoo, un'ameba nota con il nome scientifico di Entamoeba histolytica. La malattia può colpire l'intestino, ma può anche estendersi ad altre zone del corpo, come il fegato, i polmoni, il cervello e le aree genitali. Se non trattata, l'amebiasi può avere delle conseguenze molto gravi per la salute. In alcuni casi, la malattia può risultare fatale.

Amebiasi: cause e sintomi

Fonte immagine: Pexels

L’amebiasi è una malattia che può provocare sintomi intestinali anche molto gravi. Questa infezione colpisce soprattutto l’intestino crasso e, se non curata in tempo, può avere degli esiti persino fatali. La malattia può estendersi e arrivare a colpire anche altri organi, come il fegato, i polmoni e persino il cervello.

A livello globale, si stima che l’amebiasi sia la causa di circa 50.000 morti ogni anno.

Sebbene il protozoo che ne è responsabile, l’Entamoeba histolytica, sia in realtà presente in tutto il mondo, si corrono maggiori rischi di contagio nelle aree tropicali in cui le condizioni igienico-sanitarie sono più scarse, nei paesi in via di sviluppo come Africa, America centrale e India. Insieme alla giardia, l’amebiasi rientra tra le malattie infettive più spesso contratte da chi viaggia all’estero.

Ma esattamente cos’è l’amebiasi? E come si manifesta?

Vediamo cosa bisogna sapere in merito a questa condizione, i sintomi, le cause e come prevenirla.

Amebiasi: meccanismo della malattia

Il responsabile di questa infezione è un’ameba, un parassita unicellulare noto con il nome scientifico di “Entamoeba histolytica” (E. histolytica). In realtà, quando si parla di amebiasi, è possibile distinguere due diverse fasi del ciclo vitale dell’Entamoeba histolytica.

L’ameba si presenta infatti sotto forma di cisti, che vengono rilasciate attraverso le feci e che andranno a contaminare l’ambiente esterno, dove riescono a sopravvivere anche per alcune settimane.

Le cisti emesse attraverso le feci possono dunque contaminare le acque, il cibo (soprattutto frutta e verdura), e possono infettare le persone, poiché vengono ingerite attraverso alimenti e bevande contaminate.

Quando le cisti ingerite si aprono, il tessuto intestinale viene invaso dai cosiddetti trofozoiti. Sono questi i responsabili dei sintomi della malattia. A loro volta, i trofozoiti possono provocare la formazione di ulcere intestinali, e possono infettare anche altri organi.

Amebiasi: trasmissione

Ma esattamente dove si prende l’ameba responsabile di questa particolare malattia? Come anticipato, spesso si tende a contrarre la malattia durante i viaggi in Paesi con condizioni igienico-sanitarie non ottimali e in aree con un clima caldo-umido.

Il protozoo si può diffondere da un soggetto all’altro mediante rapporti anali con una persona infetta, ma il contagio avviene più spesso in seguito all’ingestione di acqua o alimenti contaminati.

Puoi contrarre la malattia anche solo toccando una superficie contaminata dalle cisti e portando le mani sporche alla bocca.

Amebiasi: sintomi

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Cosa provoca l’amebiasi? E quali sono i sintomi da non trascurare? Poiché si tratta di una malattia che tende a colpire, in primis, l’intestino, l’amebiasi si presenta perlopiù con sintomi intestinali. In seguito, i sintomi possono coinvolgere anche altre aree del corpo,  come il fegato e i polmoni.

Di seguito vediamo come si manifesta la malattia a seconda delle diverse aree colpite.

Amnebiasi asintomatica

In realtà solo una piccola percentuale di persone infette (circa il 10–20%) manifesterà i disturbi tipici della malattia. Nei restanti casi, l’amebiasi sarà asintomatica, quindi potrebbe passare del tutto inosservata. Si parla, in questo caso, di infezione amebica commensale.

Ciononostante, la persona infetta potrebbe comunque trasmettere la malattia attraverso rapporti sessuali anali, o con l’espulsione delle cisti attraverso le feci. Se di recente hai fatto un viaggio in un Paese con scarse condizioni igieniche, potresti quindi chiedere al tuo medico se sia il caso di sottoporti a un test per individuare la malattia.

Quando presenti, i sintomi della malattia si palesano a distanza di circa 2-4 settimane dal contagio (ma talvolta possono richiedere anche più tempo), e possono essere lievi o molto gravi.

La malattia può colpire solo l’intestino (amebiasi intestinale) o può estendersi ad altri organi, soprattutto il fegato, ma anche il cervello, la zona genitale e i polmoni.

Amebiasi intestinale: sintomi

Fonte: Pixabay

I sintomi dell’amebiasi intestinale consistono generalmente in una sensazione di dolore molto intenso allo stomaco. Vediamo quali sono le altre manifestazioni più comuni della malattia:

  • Diarrea liquida con presenza di muco e possibili tracce di sangue (dissenteria amebica)
  • Dolore crampiforme allo stomaco
  • Febbre alta
  • Forte dimagrimento
  • Tenesmo rettale, ovvero una sensazione di dolore e spasmo allo sfintere anale.

Se i sintomi dovessero protrarsi per diversi giorni, potrebbero subentrare problemi come disidratazione e anemia grave.

Amebiasi epatica: sintomi

In alcuni pazienti, la malattia può estendersi oltre il tratto gastrointestinale, andando a colpire anche altri organi, primo fra tutti il fegato. Qui, il protozoo può provocare un ascesso con accumulo di pus.

I sintomi dell’amebiasi epatica consistono in:

  • Forte sudorazione
  • Febbre e tosse
  • Brividi di freddo
  • Perdita di appetito
  • Diarrea senza tracce di sangue
  • Stanchezza e spossatezza
  • Sensazione di malessere allo stomaco
  • Nausea e vomito
  • Dolore continuo e lancinante localizzato sulla parte superiore dell’addome, all’altezza del fegato.

Amebiasi extraintestinale: sintomi

In casi molto rari, l’ameba può infettare anche altre aree del corpo, come il cervello (amebiasi cerebrale) e i polmoni.

In questi casi, il tasso di mortalità è particolarmente elevato.

In alcuni soggetti l’infezione può colpire anche le aree genitali e anali. Casi del genere si verificano quando la persona ha rapporti anali con soggetti infetti.

Prognosi della malattia

Quanto è grave l’amebiasi? In realtà la prognosi della malattia dipende da più fattori. Nei casi in cui l’amebiasi è del tutto asintomatica, il soggetto può non avvertire alcun sintomo, ma questi potrebbero presentarsi nei periodi in cui il sistema immunitario risulta più indebolito.

L’amebiasi intestinale può causare sintomi molto dolorosi e spiacevoli, come una diarrea sanguinolenta e disidratazione. A lungo andare, se non trattati, questi sintomi possono compromettere la salute del paziente. Se non curata adeguatamente, la dissenteria amebica può portare persino alla morte.

Nella forma extra-intestinale, le amebe invadono anche altri organi, e possono causare dei sintomi molto gravi, talvolta anche fatali.

In presenza dei sintomi evidenziati, bisognerà quindi rivolgersi immediatamente al proprio medico curante e sottoporsi ai dovuti accertamenti, a cominciare da un test delle feci e dalle analisi del sangue.

Il trattamento della malattia prevede la somministrazione di farmaci antibiotici, necessari per eliminare le amebe e le cisti.

Prevenzione

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Attualmente non esiste un vaccino contro l’amebiasi. È dunque importante rispettare le più rigorose norme igieniche, specialmente quando ci si trova in Paesi esteri a rischio.

Per proteggere la propria salute, si consiglia di consumare frutta e verdure solo cotte, bere solo acqua in bottiglia con tappo ancora sigillato, e naturalmente lavare spesso le mani con acqua e sapone, soprattutto prima di toccare il cibo.

Bisognerà inoltre evitare il ghiaccio nelle bevande e non consumare latticini non pastorizzati.

Fonti

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