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Allarme piombo e altri metalli nei rossetti: una nuova bufala?

Uno studio statunitense ha rilevato la presenza di metalli potenzialmente tossici in prodotti per il make up delle labbra. Il rischio riguarda anche l'Europa?

Allarme piombo e altri metalli nei rossetti: una nuova bufala?

“Attenzione ai rossetti: contengono piombo e altri metalli tossici”, “I rossetti sono nocivi per la salute: contengono metalli pesanti”, “Rossetti sotto accusa, contengono metalli pesanti deleteri per la salute”: sono solo alcuni dei titoli che hanno annunciato la pubblicazione, sulla rivista Environmental Health Perspectives, dei risultati di uno studio condotto dai ricercatori dell’Università della California di Berkeley sul contenuto in metalli di 32 diversi rossetti e lucidalabbra in vendita negli Stati Uniti. Titoli che suonano come un allarme che, in realtà, in Italia sembrerebbe ben lontano dall’esistere.

A onor del vero, non ci sarebbe nemmeno stato bisogno che Unipro, l’Associazione Italiana delle Imprese Cosmetiche, tranquillizzasse i consumatori, precisando che

i risultati presentati dallo studio americano non apportano alcuna nuova e significativa informazione

che

la presenza di tracce di metalli non è inaspettata data la loro naturale e ubiquitaria presenza nell’aria, nel suolo e nell’acqua, come dimostrano le piccole quantitàritrovabili nell’acqua e negli alimenti

e che

l’eventuale presenza di tracce minime e accidentali di metalli pesanti, mai aggiunte intenzionalmente, in questa tipologia di prodotti non rappresenta alcun pericolo per la salute degli utilizzatori.

Infatti gli stessi ricercatori di Berkeley hanno precisato che le normative vigenti in Europa mettono già al bando cadmio, cromo e piombo (fra i metalli rilevati nello studio) da qualsiasi cosmetico e a qualsiasi concentrazione.

Il vero problema riguarda gli Stati Uniti e lì resta confinato, dato che la Food and Drug Administration (FDA) non si è mai occupata di definire il limite massimo di metalli che può essere tollerato nei cosmetici. Non a caso Sa Liu, primo autore dello studio, ha precisato:

credo che la FDA dovrebbe preoccuparsi di questo

mentre Katharine Hammond, coautore della ricerca, ha precisato che

il problema non è solo trovare questi metalli; è il livello che importa.

E, a quanto pare, in Italia questo livello non è preoccupante. Ripercorriamo la vicenda dall’inizio per capire per quale motivo – e con quali argomenti – Unipro si è sentita in dovere di rassicurare i consumatori italiani.

I motivi dell’allerta

I ricercatori di Berkeley hanno valutato la concentrazione di 9 metalli, alcuni tossici e altri no, all’interno di 32 diversi rossetti e lucidalabbra e ne hanno stimato la possibile assunzione giornaliera da parte ci chi li utilizza. Infatti in media una donna ingerisce quotidianamente 24 mg di cosmetici, ma le utilizzatrici più accanite possono ingoiarne anche 87 mg al giorno.

Confrontando tutti questi dati con le linee guida sull’esposizione massima consentita (non specifica per il cosmetici) vigenti negli Stati Uniti gli autori hanno concluso che alcuni metalli tossici sono presenti a livelli che a lungo termine potrebbero avere un effetto nocivo. E’ questo il caso del cromo – associato allo sviluppo di tumori allo stomaco -, dell’alluminio, del cadmio e del manganese – che ad elevate concentrazioni è tossico per il sistema nervoso. Per quanto riguarda, invece, il piombo, la sua presenza è stata rilevata in 24 dei prodotti testati, ma in tutti i casi è risultata inferiore rispetto al livello massimo tollerabile da un adulto.

Come ha precisato Hammond i dati ottenuti indicano che

se questa fosse l’unica esposizione non sarebbe un problema, ma quando vi si aggiungono altre esposizioni diventa un problema.

Le rassicurazioni per l’Italia

Linda Loretz, tossicologa del Personal Care Products Council, la principale associazione di commercio dell’industria cosmetica statunitense, ha sottolineato che molti di questi metalli sono essenziali per la nutrizione umana, incluso il cromo, i cui livelli nei cosmetici sono 100 volte inferiori rispetto all’assunzione giornaliera media e che, asunto attraverso il lievito di birra, la frutta e la verdura, aiuta a metabolizzare i grassi e i carboidrati. Ad essere cancerogena è, in realtà, la forma esavalente del cromo (quello al centro della sceneggiatura della famosa pellicola Erin Brokovic), ma in questo studio si fa riferimento al cromo senza chiarire di quale sua forma si tratti.

Se, però, le normative imposte da FDA e Unione Europea sono diverse fra loro, in Italia interessa di più sapere se il rischio paventato da Hammond e colleghi sia nascosto anche dietro ai prodotti in commercio nel Bel Paese. Da questo punto di vista acquistare rossetti in regola rispetto alle normative europee permetterebbe ai consumatori italiani di ritenersi al sicuro.

Unipro ha precisato che

l’uso degli ingredienti presenti nei cosmetici è regolato da rigide norme sia nazionali che comunitarie (in particolare dalla Direttiva Cosmetici 76/768/Cee e successive modifiche) e i prodotti cosmetici sono soggetti ad analisi scientifiche e stretti controlli di sicurezza prima della loro immissione sul mercato.

Eventuali tracce di metalli nei prodotti cosmetici, a livelli quali quelli riscontrati nella ricerca americana, sono ammessi dalla severa normativa europea sui cosmetici perché sono tecnicamente inevitabili e perché non compromettono la sicurezza del prodotto e la salute del consumatore che lo usa. Alcuni dei metalli studiati sono nutrienti essenziali, il cobalto è un componente della vitamina B12 richiesta per la produzione dei globuli rossi, il rame è basilare per diversi enzimi e il manganese è presente nella maggior parte dei tessuti di tutti gli organismi viventi.

Per quanto riguarda, poi, il piombo, particolarmente al centro dell’attenzione, secono l’associazione i consumatori

sono quotidianamente esposti al piombo e, di fatto, la quantità media di piombo alla quale una donna potrebbe essere esposta usando rossetti che contengono quantitativi di piombo come quelli riscontrati nella ricerca dell’università californiana, è 1.000 volte inferiore rispetto alla quantità con cui verrebbe in contatto mangiando, respirando e bevendo acqua.

Insomma, sembrerebbe che in Italia e nel resto d’Europa le normative garantiscano l’assenza di metalli pericolosi, fatte salve eventuali tarcce impossibili da eliminare. Non solo, sembrerebbe che anche se dovessimo acquistare uno dei rossetti statunitensi incriminati – le cui marche, però, non sono state rese note – non correremmo nessun rischio in più rispetto a quelli cui siamo già esposti.

Se non si dovessero aggiungere altri dettagli a questa vicenda, sembra che l’allarme “piombo nei rossetti” sia destinato a fare la stessa fine di quello degli ftalati nel make up: l’oblio.

Via | Uc Berkeley; Los Angeles Times; Farmacia.it
Foto | da Flickr di gre.ceres

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