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Alimentazione sostenibile, l’impegno delle aziende italiane

Monini, azienda leader nella produzione di Extra Vergine mostra come individuare strategie per ridurre l'impatto delle produzioni sull'ambiente definendo la Carbon Footprint dei suoi due oli più pregiati

Alimentazione sostenibile, l’impegno delle aziende italiane

Con l’apertura di Expo 2015 l’alimentazione sostenibile è sempre più sulla bocca di tutti, e quando si parla di sostenibilità non ci si riferisce solo alla sfida di riuscire a sfamare una popolazione mondiale in continua crescita, ma anche a quella di farlo riducendo al minimo l’impatto sull’ambiente. Anche il Ministero dell’Ambiente italiano si sta impegnando in questo senso, promuovendo un programma nazionale per la valutazione dell’impronta ambientale cui fino ad oggi hanno aderito circa 200 aziende di vari settori produttivi. Ma in cosa consiste la partecipazione al programma? A darne un esempio è il lavoro di Monini, una delle aziende leader del settore dell’Extra Vergine, che ha definito la Carbon Footprint (CFP) di due tra i suoi oli extra vergine d’oliva più pregiati, il BIOS e il D.O.P. Umbria.

L’obiettivo del nostro lavoro è promuovere la sostenibilità nei settori produttivi decisivi per il nostro Paese, come l’agroalimentare, attraverso strumenti di valutazione ambientale in linea con le indicazioni dell’Unione Europea

ha spiegato Francesco La Camera, Direttore Generale per lo Sviluppo Sostenibile del Ministero dell’Ambiente, salutando l’impegno dell’azienda che lo ha accolto nello stabilimento di Eggi, nei dintorni di Spoleto.

Le aziende

ha proseguito La Camera

hanno capito l’importanza di puntare al miglioramento delle performance ambientali, verso uno sviluppo sempre più sostenibile.

Da questo punto di vista conoscere la CFP offre informazioni molto utili. La Carbon Footprint è infatti un indicatore ambientale che quantifica in modo preciso il contributo dei prodotti al riscaldamento globale attraverso l’analisi dell’intera filiera (il cosiddetto LCA – Life Cycle Assessment – condotto con metodologia “dalla culla alla tomba”). Il lavoro condotto da Monini ha permesso di scoprire che il responsabile del 50-65% dell’impatto della filiera degli oli extravergine d’oliva è la coltivazione delle olive. La produzione dei materiali di imballaggio (principalmente della bottiglia di vetro) è invece responsabile del 20-25% dell’impatto, mentre la distribuzione via camion del prodotto finito incide per il 16%, il confezionamento del prodotto finito (in particolare, il consumo di elettricità in questa fase della filiera) per il 5% e l’estrazione dell’olio (sempre a causa del consumo di elettricità) per il 3-5%.

Alla luce di questi risultati Monini ha potuto individuare diverse attività per il miglioramento della CFP degli oli extravergine BIOS e D.O.P. Umbria: per la fase di coltivazione delle olive il contenimento dei consumi energetici e, nel caso del D.O.P. Umbria, dei prodotti chimici, lo studio di un imballaggio a bassa impronta di carbonio e, per le fasi di estrazione dell’olio al frantoio e di confezionamento, il contenimento dei consumi elettrici.

Monini ha scelto inoltre di compensare le emissioni di gas a effetto serra non evitabili contribuendo a un progetto di sostenibilità ambientale che prevede la costruzione di un generatore a biomasse nella Cina orientale. L’iniziativa, consistente nella realizzazione e nell’installazione di un boiler da 130t/h e di un generatore a turbina a vapore da 30MW nella contea di Guzhen, della provincia di Anhui, aiuterà il clima in due modi diversi: riducendo i gas ad effetto serra e aumentando l’uso di energia pulita. Infatti anziché essere gettati gli scarti della lavorazione del legno, della coltivazione del riso, del mais e delle arachidi saranno utilizzati come combustibile per la generazione di energia elettrica. Grazie al progetto, battezzato China Anhui Guzhen Biomass, ci si aspetta di immettere ogni anno nella East China Power Grid 186,900 MWh.

Una strada già iniziata e da percorrere ancora a lungo

Olio d'oliva

All’analisi del ciclo di vita è seguita (come espressamente previsto dalla norma ISO/TS 14067) la stesura dell’External report; a occuparsene è stata in entrambi i casi Ambiente Italia srl. Altro partner di Monini nel progetto è stata Ecoway, società leader in Italia in tema di compensazioni di emissioni di gas serra. Il percorso dell’azienda sulla strada della sostenibilità non si ferma però qui.

La nostra filosofia

spiegano Maria Flora e Zefferino Monini, eredi del fondatore dell’azienda,

è restituire alla terra quello che la terra ci ha dato.

Per questo Monini si è già adoperata in molti altri interventi, ad esempio l’installazione presso lo stabilimento di un impianto fotovoltaico, ma anche l’acquisto di energia da fonti rinnovabili certificate, l’introduzione di packaging eco-sostenibili in vetro riciclato.

A proposito della certificazione, Maria Flora e Zefferino sottolineano come non sia semplice rendere in un linguaggio comune il lavoro complesso che nasconde,

ma dobbiamo impegnarci

concludono

affinché l’informazione semini questa consapevolezza anche presso altre aziende e nel pubblico. Il consumatore deve sapere quando con l’acquisto di un prodotto può contribuire anche alla salvaguardia dell’ambiente.

Guarda la galleria: Sostenibilità ambientale

Iniziativa realizzata in collaborazione con Monini

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