
[related layout=”left” permalink=”https://scienzaesalute.blogosfere.it/post/584692/parkinson-il-ballo-sardo-che-aiuta-a-combattere-la-malattia”][/related]Per migliorare la qualità della vita delle persone che soffrono di Morbo di Parkinson, potrebbe essere utile assumere un integratore, che è risultato efficace in un recente studio italiano pubblicato dalla rivista Neurology e realizzato dalla dottoressa Michela Barichella, a capo della Nutrizione Clinica dell’ASST Gaetano Pini-CTO, e da altri specialisti, come il professore Gianni Pezzoli, Presidente della Fondazione Grigioni e già Direttore del Centro Parkinson e Parkinsonismi del CTO.
L’integratore a base di proteine del siero del latte arricchiti con leucina e vitamina D, insieme a un trattamento di riabilitazione intensiva multidisciplinare, può essere in grado di migliorare la funzione degli arti inferiori e di proteggere la massa muscolare in chi soffre di malattia di Parkinson o Parkinsonismi.
Lo studio è stato condotto su 150 pazienti sottoposti a Mirt, trattamento di riabilitazione multidisciplinare intensivo che unisce fisioterapia e attività personalizzate con tapis roulant, realtà virtuale, stimoli visivi e uditivi. I pazienti erano ricoverati e mangiavano tutti le stesse cose. La dieta è stata poi arricchita con l’integratore alimentare, due volte al giorno.
Gli esperti hanno subito notato dei miglioramenti nei pazienti sottoposti al trattamento: in un percorso di 6 minuti, chi aveva assunto l’integratore aveva percorso 18 metri in più, un 25% in più di distanza. Sono anche migliorati la forza e il tono muscolare. L’integratore è stato aggiungo alla dieta seguita dai pazienti affetti da Parkinson:
I pazienti con questa patologia assumono la levodopa che ha un assorbimento competitivo con le proteine del pasto. Per renderla efficace è necessario che la quota proteica sia spostata alla sera. Quindi, a pranzo carboidrati e vegetali, a cena un secondo piatto come carne, pesce, uova, formaggi e legumi. Inoltre, chi ha il Parkinson spesso soffre di problemi di stitichezza o difficoltà a deglutire, per questo la dieta prescritta deve tener conto anche di questi fattori, nonché della naturale perdita di peso dovuta all’avanzamento dell’età.
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