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Vaccino antinfluenzale, mancano all’appello 15mila dosi

Boom di richieste per il vaccino antinfluenzale in Italia, per l'influenza 2020-2021. Peccato che manchino all'appello 15mila dosi.

Vaccino antinfluenzale, mancano all’appello 15mila dosi

È boom di richieste in Italia per il vaccino antinfluenzale, in vista dell’arrivo dell’influenza 2020-2021. Nei giorni in cui si parla del vaccino contro il Coronavirus dell’azienda farmaceutica americana Pfizer, si deve fare i conti con una carenza per quello che riguarda la vaccinazione per l’influenza. Le Regioni avevano già disposto l’acquisto di più dosi per coprire non solo le categorie a rischio, ma tutti i pazienti che avrebbero voluto proteggersi. Ma oggi, secondo i dati, mancherebbero 15 milioni di dosi.

Lo riporta Repubblica, che ricorda che le Regioni hanno comprato 18 milioni di dosi di vaccino, contro gli 11 milioni dell’anno scorso. Non tutti gli studi medici, però, hanno ricevuto le dosi richieste, così come le farmacie alle quali si rivolgono i pazienti non coperti dalla vaccinazione gratuita prevista quest’anno. Le farmacie avrebbero dovuto ricevere 1,3 milioni da somministrare a chi non ha tra i 6 mesi e i 6 anni o è over 60 oppure ha patologie tali da rendere caldamente consigliata la vaccinazione.

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Vaccino antinfluenzale, quanti dosi sono state somministrate in Italia?

In totale in Italia i medici hanno già somministrato tra le 2,5 e 3 milioni di dosi di antinfluenzale. La Regione Lazio ha acquistato 2,4 milioni di dosi per 5,8 milioni di abitanti (già somministrate 700mila dosi). Mentre la Regione Piemonte (4,3 milioni di abitanti) ha fatto 380mila vaccini su 1,1 milioni di dosi ordinate. Veneto, Sicilia, Toscana e Sardegna sono tra le Regioni che proseguono nella campagna di vaccinazione. Ma secondo quanto riportato dai dati più recenti siamo molto indietro. La Fondazione Gimbe aveva anche sottolineato un mese fa che le scorte n on fossero adeguate per l’aumento della domanda.

Gli esperti hanno caldamente consigliato la vaccinazione in piena pandemia da Coronavirus. Sia per riconoscere eventuali sintomi simili, sia per non aggravare la situazione di ricoveri e accessi in ospedale o presso gli ambulatori dei medici di base.

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Foto di Katja Fuhlert da Pixabay

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