Quando pensiamo alla parola peritonite, ci viene quasi sempre in mente un’altra condizione, ovvero l’appendicite. Sebbene la prima possa essere, in effetti, una conseguenza dell’infiammazione e della rottura dell’appendice, in realtà questa condizione può essere provocata anche da numerose altre cause.
Con il termine si indica un’infiammazione del peritoneo, vale a dire la membrana sierosa che riveste la parete addominale interna, e che copre quindi gli organi che si trovano all’interno della cavità addominale.
Generalmente l’infiammazione del peritoneo è provocata da una contaminazione di origine batterica o fungina, e può interessare l’intera cavità peritoneale o delle aree specifiche.
E’ possibile distinguere due diverse tipologie di peritoniti, vale a dire:
Riuscire a individuare l’esatta causa dell’infiammazione del peritoneo è estremamente importante, poiché solo così sarà possibile stabilire il trattamento più adeguato.
Ma esattamente quali possono essere le cause di questa infezione? Perché viene la peritonite? Fra le cause più comuni si segnalano:
Se ti stai domandando quando l’appendicite si trasforma in peritonite, ti ricordiamo che la rottura dell’appendice, ed il potenziale sviluppo della peritonite, si presenta quando l’appendice infiammata si rompe e i batteri si propagano, per l’appunto, all’interno del sacco peritoneale.
Come abbiamo visto, la peritonite può inoltre svilupparsi anche in assenza di una perforazione addominale. In tal caso, si parla di peritonite batterica spontanea, una condizione spesso collegata a malattie del fegato (come ad esempio la cirrosi) o malattie renali.
Che sintomi dà la peritonite? Il primo campanello d’allarme che bisogna riconoscere è senz’altro il dolore, che può essere lancinante, intenso e di tipo trafittivo. Spesso proprio il dolore localizzato rappresenta un indizio che consente di individuare il punto in cui potrebbe aver avuto inizio l’infiammazione.
Oltre al dolore, altri sintomi includono:
Per formulare una diagnosi di peritonite, il medico si baserà in primo luogo sul quadro sintomatologico manifestato dal paziente.
Se necessario, verranno richiesti anche degli esami di approfondimento, come un’ecografia addominale o una TAC, un esame non frequente, ma utile in presenza di pazienti molto in sovrappeso o con una situazione clinica poco chiara che non consente di ottenere una diagnosi solo mediante ecografia.
Inoltre, il medico può richiedere altri esami, come analisi del sangue (per verificare l’aumento dei globuli bianchi) e analisi del liquido peritoneale (detta anche paracentesi o peritoneocentesi), un test impiegato soprattutto nei pazienti sottoposti a dialisi peritoneale, volto a individuare l’eventuale aumento dei globuli bianchi (un chiaro sintomo di infezione).
Come si guarisce dalla peritonite? Il trattamento dipenderà naturalmente dalla situazione specifica, ma si tratta perlopiù di un trattamento di tipo chirurgico. La peritonite acuta richiede un intervento immediato, fondamentale per combattere l’infezione ed evitare gravi conseguenze.
Solitamente, nelle forme acute diffuse non perforative, la peritonite viene trattata mediante somministrazione di farmaci antibiotici, volti proprio a combattere l’infezione. In caso di peritonite batterica spontanea, la terapia antibiotica sarà affiancata da cure di supporto che dovranno essere somministrate in ospedale.
Alla terapia farmacologica si abbina anche quella chirurgica. L’intervento per la peritonite è richiesto nella maggior parte dei pazienti, ed è fondamentale per poter trattare eventuali condizioni mediche sottostanti che hanno portato allo sviluppo di questa condizione.
L’intervento chirurgico si rende fondamentale in caso di gravi danni del rivestimento dello stomaco. Inoltre, la chirurgia si rende necessaria per poter trattare o eliminare la condizione che ha scatenato l’infezione.
In base alle condizioni specifiche del soggetto, potranno essere somministrati anche altri trattamenti, come farmaci antidolorifici, liquidi e, se necessario, trasfusioni di sangue.
Dopo l’intervento, il ricovero in ospedale può durare dagli otto giorni alle due settimane, una degenza che può prolungarsi nei casi più gravi.
Cosa succede se si perfora l’intestino e si sviluppa una peritonite? In situazioni del genere, non bisogna mai sottovalutare i rischi legati a un’infezione del peritoneo non trattata.
La peritonite, se non adeguatamente curata, può infatti risultare pericolosa per la vita del paziente, in quanto può aprire la strada a infezioni potenzialmente fatali che si estendono anche oltre il peritoneo, andando a coinvolgere il sangue e gli altri organi del corpo (sepsi). Ciò può causare a sua volta shock e disfunzione degli organi.
Se dovessi avvertire dolori lancinanti all’addome, gonfiore, sensazione di pienezza, vomito, febbre e gli altri sintomi che fanno supporre una possibile peritonite, cerca immediata assistenza medica.
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