Fisherman with fresh fish on the fishing boat deck
L’American Heart Association Scientific Sessions 2018 ha presentato due nuovi studi, pubblicati poi sul New England Journal of Medicine. Questi due studi testimoniano ancora una volta quanto siano utili gli omega 3 derivanti dal pesce nella prevenzione dell’infarto e delle gravi malattie cardiovascolari, soprattutto in presenta di trigliceridi alti. Questi i punti cardine degli studi in questione:
E’ da 40 anni ormai che si sa che gli acidi grassi omega 3 proteggono la salute del cuore. Numerose le ricerche che hanno stabilito come l’assunzione di omega 3 protegga cuore e arterie. Persino l’Efsa (Autorità europea per la sicurezza alimentare) ha raccomandato d assumere almeno 250 mg al giorno di omega 3 EPA (acido eicosapentaenoico) e DHA (acido docosaesaenoico). Tuttavia due nuovi studi indipendenti hanno ulteriormente confermato quello che già si sapeva.
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Il primo studio è noto come REDUCE-IT (Reduction of CardiovascularEvents with Icosapent Ethyl – Intervention Trial): assumere adeguate dosi di omega 3 aiuta a ridurre il rischio di gravi eventi cardiovascolari, quando si hanno elevati livelli di trigliceridi nel sangue. Deepak L. Bhatt, responsabile dello studio, ha così commentato: “Lo studio ha dato risultati molto positivi sia in termini di end point primari sia di end point secondari principali”.
Il secondo studio, noto come VITAL (VITamin D and OmegA-3 TriaL), ha evidenziato come gli omega 3 siano efficaci nel prevenire l’infarto, indipendentemente dalla presenza di altri fattori di rischio. JoAnn E. Manson, autrice principale di questo studio, ha poi spiegato: “A trarre maggiori benefici dagli integratori di Omega 3 è stato chi mangiava poco pesce. Crediamo che lo studio VITAL non abbia evidenziato nessun chiaro motivo per cui chi sta già assumendo integratori di olio di pesce debba smettere di assumerli. E per chi sembra poterne trarre benefici, in particolare, in termini di riduzione degli infarti con gli Omega 3, per chi mangia poco pesce, pensiamo che sia ragionevole parlare con il proprio medico della possibilità di assumere questi integratori”.