E’ prevista per mercoledì 31 luglio, a partire dalle ore 16, la manifestazione a piazza Montecitorio contro l’applicazione del nuovo ISEE (l’indicatore della situazione economica equivalente) voluta da associazioni, movimenti e gruppi impegnati in tema di disabilità. Il provvedimento, attualmente in esame alla Camera dei Deputati, contiene diverse novità che riguardano direttamente i disabili. Da qui la decisione di organizzare la protesta, che sarà preceduta da una conferenza stampa, programmata a Roma per il 30 luglio, per approfondire i punti critici dell’intervento, che, in realtà, non toccherà solo i disabili, ma milioni di famiglie italiane.
Il provvedimento intende sia ridefinire a quali servizi e prestazioni si applica l’ISEE, sia il suo calcolo. Fra le novità introdotte molte riguardano proprio il calcolo dell’indicatore della situazione reddituale dei nuclei familiari che includono anche disabili e le detrazioni cui hanno diritto. Ecco, nel dettaglio, in cosa consistono.
Così come prevede l’attuale normativa, l’ISEE continuerà ad essere calcolato in base all’indicatore della situazione reddituale (ISR), all’indicatore della situazione patrimoniale (ISP) e alla composizione del nucleo familiare. Le preoccupazioni in tema di disabilità nascono dal fatto che il nuovo metodo di calcolo renderà l’ISEE più svantaggioso per le famiglie italiane in cui è presente una persona con disabilità; che terrà conto anche delle pensioni, delle indennità e degli assegni conferiti agli invalidi civili, ai ciechi e ai sordi; e che il nuovo limite verrà applicato anche alle forme di sostegno riservate a queste classi di invalidi, incluse le indennità di accompagnamento e di comunicazione, che fino ad oggi venivano erogate indipendentemente dal reddito.
In particolare, nel calcolo dell’ISR dovranno essere inclusi anche i trattamenti assistenziali, previdenziali e indennitari, carte di debito incluse, ricevuti per qualsiasi motivo da un ente pubblico. Queste comprendono anche tutte le forme di sostegno economico concesse agli invalidi civili, ai ciechi civili, ai sordi, agli invalidi del lavoro, di servizio e di guerra, i voucher e i contributi oer prestazioni sociali (come quelli per la vita indipendente) e i contributi nazionali e regionali per l’abbattimento delle barriere architettoniche o per l’acquisto di prodotti tecnologicamente avanzati, tutte voci escluse fino ad oggi dal calcolo.
Fra le franchigie – o, meglio, detrazioni forfettarie – previste ve ne sono alcune pensate specificamente per i nuclei familiari con disabili, variabili a seconda della gravità della disabilità:
(Per quanto riguarda la definizione del grado di disabilità, si rimanda a questo link)
Oltre a queste franchigie, dalla somma dei redditi potranno essere detratte:
Per quanto riguarda, invece, le scale di equivalenza, cioè i parametri che dipendono dal numero di componenti del nucleo familiare, verrà eliminata l’aggiunta di 0,5 punti “per ogni componente con handicap psico-fisico permanente di cui all’art. 3, comma 3, della legge 5 febbraio 1992, n. 104, o di invalidità superiore al 66%”. Alla luce delle franchigie da 3.500, 5.000 e 6.500 euro questa decisione dovrebbe avvantaggiare le famiglie che hanno un ISR più basso.
Per quanto riguarda, invece, le situazioni in cui sarà necessario far riferimento all’ISEE, sono previste sia un’applicazione “classica”, sia:
A queste si aggiunge un’applicazione “antielusiva” per le prestazioni relative al diritto allo studio universitario.
L’indennità di accompagnamento continuerà ad essere erogata indipendentemente dal reddito, mentre e le altre prestazioni assistenziali concesse agli invalidi civili, ciechi civili e sordi, incluse le pensioni, continueranno ad essere erogate in base al reddito personale e non a soglie ISEE.
Uno degli aspetti che più preoccupa chi si oppone al provvedimento così com’è stato formulato sono le possibili disparità di trattamento delle persone con disabilità nelle diverse Regioni.
Il rischio
sottolinea Carlo Giacobini, Direttore Responsabile di HandyLex.org, testata giornalistica dedicato alle persone con disabilità e ai loro diritti,
è che ogni Regione e ogni ente erogatore di servizi o prestazioni agevolate regolamenti il settore come meglio ritiene, creando una forte disomogeneità di trattamento e perdendo di vista il vero spirito dell’ISEE che è equitativo.
Se il decreto sarà approvato, gli enti che erogano le prestazioni sociali agevolate dovranno aggiornare i criteri di calcolo e i limiti ISEE precedenti entro 30 giorni dalla sua entrata in vigore. Secondo Giacobini “visto l’ampliamento della base reddituale e patrimoniale considerata” questi limiti dovrebbero essere superiori.
Via | Comunicato stampa; handYlex.org
Foto | via Flickr di Leo Reynolds