La sindrome di Rett è una malattia genetica rara che ostacola il corretto sviluppo del cervello. Ad esserne colpite sono soprattutto le bambine. Nei maschi, infatti, questa malattia è in genere incompatibile con la nascita. La maggior parte dei bambini che ne soffre non manifesta nessun sintomo alla nascita, ma dopo i 6 mesi di vita possono comparire i primi problemi, che si aggravano tra i 12 e i 18 mesi d’età. Anche in questa fase, però, diagnosticare la malattia non è semplice. Solo un’attenta osservazione della crescita e dello sviluppo permetterà al medico di identificare la sindrome.
In genere si procede escludendo altre problematiche che possono dare gli stessi sintomi, come varie malattie genetiche, l’autismo, l’epilessia e la paralisi cerebrale. Inoltre a seconda dei sintomi presenti nel bambino il medico potrà decidere di prescrivere analisi del sangue o delle urine, misurazioni dell’impulso nervoso, risonanze magnetiche o TAC, esami della vista e dell’udito o elettroenecefalogrammi per poter diagnosticare correttamente la sindrome di Rett.
I sintomi della malattia sono i seguenti:
In presenza dei sintomi di un rallentamento della crescita, della perdita delle capacità di coordinazione e di movimento o della diminuzione della ricerca di contatti visivi o dell’interesse per il gioco è bene rivolgersi al medico che, dopo gli opportuni esami, potrà richiedere anche un test genetico per confermare la diagnosi.
Via | Mayo Clinic
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