Benessereblog Salute Metodo Stamina, gli esperti: “Nel protocollo dosi adatte ai topi”

Metodo Stamina, gli esperti: “Nel protocollo dosi adatte ai topi”

Continua a tenere banco la discussione intorno al Metodo Stamina. Ecco gli ultimi aggiornamenti in proposito.

Metodo Stamina, gli esperti: “Nel protocollo dosi adatte ai topi”

Continua a far discutere l’ormai famoso caso “Stamina”. Stando a quanto emerso dai documenti del Comitato scientifico del ministero della Salute, pare infatti che nel protocollo del chiacchierato Metodo Vannoni vi sia la presenza di cellule staminali mesenchimali in dosi minime, adatte più per i topi, ma non di certo per essere inoculate in un essere umano. Stando a quanto riportato, sembrerebbe inoltre che tale metodo non abbia ancora fornito alcuna prova scientifica in merito alla trasformazione delle staminali iniettate in neuroni.

Infine, gli esperti sosterrebbero che attualmente non sarebbero stati ancora rispettati i criteri di sicurezza per quanto concerne la produzione e la conservazione delle cellule, per cui, il rischio di infezioni non è affatto così remoto.

Sarebbero questi gli ultimi dati emersi in merito a un caso che continua a far discutere il mondo medico del nostro Paese (e non solo), un caso sul quale, nelle scorse ore, si è nuovamente espresso il ministro della Salute Beatrice Lorenzin, la quale si sarebbe detta profondamente preoccupata per quanto concerne i risvolti giudiziari della vicenda.

Ogni giorno emergono elementi inquietanti – sottolinea il Ministro – e uso questo aggettivo perché sto parlando da ministro, altrimenti utilizzerei altri aggettivi. Vogliamo assolutamente che si faccia chiarezza, sia dal punto di vista giudiziario, e questo è un diritto per tutti, sia dal punto di vista sanitario, accertare quello che è accaduto, quello che sta accadendo ai pazienti”.

Dal canto suo, la Lorenzin sottolinea che, in questa vicenda, le famiglie non devono essere abbandonate a sé stesse: “Ho messo a disposizione, come Ministero, a queste famiglie la possibilità di ricorrere a cure alternative, palliative, quindi le famiglie non sono sole. Questa vicenda però ci deve essere di monito, per due aspetti. Il primo, è che non dobbiamo dimenticare il valore del metodo scientifico, che – ha sottolineato la Lorenzin – non ha nulla a che vedere con la ricerca del consenso politico, ma è un valore assoluto. Troppi parlano di cose che non conoscono”.

via | Repubblica.it
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