Benessereblog Salute Fecondazione assistita in Italia, sì alla diagnosi preimpianto

Fecondazione assistita in Italia, sì alla diagnosi preimpianto

Storica sentenza del Tribunale Civile di Roma, che per la prima volta applica una normativa europea superando gli ostacoli legislativi italiani.

Fecondazione assistita in Italia, sì alla diagnosi preimpianto

La prima sezione civile del Tribunale di Roma ha promulgato una sentenza che è stata definita storica riguardo la diagnosi preimpianto per la fecondazione assistita nel nostro paese: il caso riguardava una coppia romana portatrice sana di fibrosi cistica, una patologia che può inficiare su una gravidanza sana.

La coppia romana di Rosetta Costa e Walter Pavan aveva richiesto di usufruire della possibiltà della diagnosi preimpianto a spese del Servizio Sanitario Nazionale proprio a causa di questa malattia; ma la diagnosi preimpianto nel nostro Paese è regolamentata dalla controversa Legge 40 sulla fecondazione eterologa, che di fatto la vieta.

La sentenza della giudice Galterio ha disapplicato la norma interna senza passare per la Corte costituzionale italiana, affidando le motivazioni di tale decisione ad un recente verdetto emesso in Febbraio dalla Corte di Giustizia Europea di Strasburgo proprio contro la Legge 40.

In tale modo, bypassando la legislazione interna a favore delle norme dell’Unione Europea che regolamentano la diagnosi preimpianto, la giudice Galterio marca un precedente importantissimo per tutte le coppie fertili che decisono di sottoporsi alla fecondazione assistita per avere un figlio, soprattutto perché permette di effettuare dei controlli specifici che possono favorire le gravidanze sane.

Filomena Gallo, il segretario dell’Associzione Luca Coscioni che si batte da anni per la ridiscussione della Legge 40 dopo il disastroso referendum del 2005, ha commentato così lo storico verdetto:

Per la prima volta un Giudice italiano disapplica la legge 40, e afferma la portata immediata di una decisione della Corte Europea dei Diritti, la sentenza Costa-Pavan che condanno’ l’Italia per violazione della Convenzione europea dei diritti umani, e che arrivo’ in conclusione del procedimento nel quale l’Associazione Luca Coscioni era intervenuta con 60 Parlamentari contro la legge 40. In conseguenza di questa ultima sentenza del giudice italiano, anche le coppie fertili portatrici di patologie genetiche potranno accedere alla Fecondazione in vitro.

Un traguardo legale molto importante per il nostro Paese, che riaccenderà il dibattito sulla fecondazione eterologa e la possibile revisione della legge 40.

Via | AGI

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