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Poliomielite, allerta OMS dopo rilievi nelle acque in Israele

Alcuni rilevamenti nelle acque di una vasta area geografica in Medio Oriente hanno verificato la presenza del poliovirus: l'Organizzazione Mondiale della Sanità ha diramato un comunicato che innalza lo stato di allerta, dati gli scambi commerciali con l'Europa.

Poliomielite, allerta OMS dopo rilievi nelle acque in Israele

A dire poliomielite si evocano infanzie con antipolio e i racconti di genitori e nonni, come in una cartolina scolorita dei vecchi tempi: ma stando alle ultime dichiarazioni rilasciate dall‘Organizzazione Mondiale della Sanità, sembrerebbe che il virus della polio sia stato riscontrato in trenta i campioni di acque reflue, prelevati in dieci diversi siti di misurazione, che porrebbero di nuovo l’allerta sulla diffusione nello specifico del sierotipo 1 della poliomielite, responsabile dell’85% dei casi della malattia che paralizza gli arti inferiori e superiori.

La poliomielite è tra le patologie che l’OMS si era prefissata di sconfiggere entro il nuovo millennio; nello specifico, era dal 2002 che Israele veniva considerato uno stato libero dal poliovirus selvaggio, che si trasmette per via oro-fecale (tramite acqua e alimenti contaminati) e, nelle fasi acute della malattia, per via respiratoria; il fatto che i campioni prelevati su ubna vasta area geografica siano risultati tutti positivi al virus della polio ha alzato il livello di rischio diffusione internazionale da medio a elevato, ponendo l’Organizzazione Mondiale della Sanità davanti all’ennesimo caso di pericolo epidemia.

Israele è l’ultimo stato in cui è stato rilevato il virus della polio; malgrado le belle speranze di debellamento della poliomielite tramite vaccini obbligatori come il nuovo esavalente, quest’anno sono state rilevate epidemie e focolai in numerosi paesi dell’area africana e indiana, come in Somalia, che con 65 casi è il paese più colpito, e in Kenya, che si sono aggiunti a quegli Stati in cui la diffusione del virus della poliomielite è ancora endemica, come Afghanistan, Nigeria e Pakistan.

In Italia la profilassi contro la poliomielite è obbligatoria e si effettua in tre differenti fasi tramite inoculazione del virus inattivato: il protocollo prevede la somministrazione della prima dose al terzo mese di vita, poi al quinto mese e infine all’undicesimo, prima del compimento del primo anno di età. L’ultimo richiamo antipolio viene effettuato solitamente al compimento del sesto anno; ciononostante, se ci si deve recare in zone dove la poliomielite è ancora presente, è bene sottoporsi ad un’ulteriore dose booster prima di partire.

Stando all’OMS, il rischio di epidemie e diffusione è possibile, altrimenti non sarebbe stato diramato lo stato di allerta anche per l’Europa: Israele non è un paese dalle precarie condizioni igieniche, che possono favorire lo sviluppo del virus. Il consiglio degli esperti, così come scritto nel comunicato, è il seguente:

in tutti i Paesi, in particolare in quelli che hanno frequenti scambi con Israele, è necessario rafforzare la sorveglianza dei casi di paralisi flaccida acuta, al fine di individuare nuovi focolai e facilitare una rapida risposta.

Via | Corriere

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