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La tassa sulle sigarette elettroniche è realtà

Sarà pari al 58,5% del prezzo e riguarderà anche i ricambi che nulla hanno a che fare con la nicotina. Ma notizie di poche ore fa confermano l'efficacia delle e-cig

La tassa sulle sigarette elettroniche è realtà

Continuano a ripeterci che il fumo fa male. Lo vediamo scritto sui pacchetti di sigarette, ne parlano gli esperti ed è veramente difficile trovare qualcuno che si cimenti in un’arringa difensiva nei confronti del tabacco. Eppure chi vuole smettere potrebbe dover pagare cara questa decisione, perché dopo mesi e mesi di dibattiti il Governo ha preso la sua decisione e la tassa sulle sigarette elettroniche può ormai essere considerata una triste realtà.

Alle norme vigenti nel Bel Paese se ne aggiunge quindi una nuova che recita così:

I prodotti contenenti nicotina o altre sostanze idonei a sostituire il consumo dei tabacchi lavorati, nonché i dispostivi meccanici ed elettronici, comprese le parti di ricambio, che ne consentono il consumo, sono assoggettati ad imposta di consumo nella misura pari al 58,5 per cento del prezzo di vendita al pubblico.

La tassa (e che tassa!) non colpirà, quindi, solo i liquidi contenenti nicotina, ma anche tutte le parti di ricambio.

Eppure i dubbi sull’efficacia di questi nuovi strumenti per smettere di fumare sono sempre di meno. Ultimo studio a favore del loro uso è quello apparso nei giorni scorsi sulla prestigiosa rivista scientifica PLoS One, frutto di una ricerca condotta proprio qui in Italia, all’Universita’ di Catania.

Nel 2010 il Centro Antifumo dell’ateneo siciliano ha reclutato 300 volontari proprio per testare l’efficacia delle e-cig. Nell’arco di 1 anno l’8,7% dei partecipanti allo studio ha abbandonato il tabacco, contro una media italiana di cessazione pari allo 0,02%, cioè più di 400 volte inferiore.

Gli oppositori della sigaretta elettronica potrebbero a questo punto sfoderare uno dei loro cavalli di battaglia: passare dalle bionde alla sigaretta elettronica non significa altro che sostituire un vizio con un altro. Sarebbe, però, lo stesso studio a smentirli. Infatti fra i volontari che sono riusciti ad abbandonare il tabacco 3 su 4 (per la precisione, il 73,1%) hanno poi smesso anche di “svapare”, liberandosi, così, dalla nicotina.

Fra gli altri partecipanti il 10,3% ha ridotto almeno del 50% il consumo di tabacco. Eppure si trattava di forti fumatori, persone che sin dall’adolescenza fumavano in media 20 sigarette al giorno e, come ha raccontato Riccardo Polosa, ideatore e responsabile dello studio, non intenzionate a smettere.

Secondo Polosa i risultati parlano chiaro:

le sigarette elettroniche possono aiutare a ridurre il consumo di sigarette tradizionali e a smettere di fumare senza effetti collaterali.

In effetti chi ha smesso non ha avuto a che fare, se non in rari casi, ne’ con crisi di astinenza, ne’ variazioni del battito cardiaco, aumenti di peso o problemi psicologici causati dalla rinuncia alle sigarette.

Certo, non c’è spesa che tenga (a patto di avere abbastanza soldi) pur di abbandonare un vizio così dannoso per la salute. Ma l’amaro in bocca resta.

Via | SoldiBlog; Agi; LiveSiciliaCatania

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