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I numeri della telemedicina in Italia

Telemedicina in Italia: com'è la situazione nel nostro Paese?

I numeri della telemedicina in Italia

La telemedicina in Italia funziona davvero? E com’è la situazione attuale nel nostro Paese? Durante il periodo di emergenza iniziato alcuni mesi fa a causa della pandemia da Coronavirus la situazione della telemedicina nel nostro Paese è senza dubbio cambiata. Nell’arco di pochissimo tempo, più di 4.000 professionisti hanno iniziato ad eseguire il cosiddetto “teleconsulto”, mentre quasi un terzo delle farmacie ha attivato il sistema di ricezione della ricetta digitale.

Le Asl e gli ospedali hanno inoltre attivato con discreto successo il sistema di telemonitoraggio dei pazienti, stando a quanto rivelato dal CompuGroup Medical (CGM), esperto nel campo della Medical Information Technology.

Nei giorni scorsi CGM ha reso noti i numeri della telemedicina nel nostro Paese, mostrando un quadro alquanto incoraggiante, che fa ben sperare per un futuro sempre che sia più attento a questo fondamentale aspetto della nostra salute.

Dai dati emerge che più di 4.000 medici, farmacisti, dentisti ed altre figure mediche hanno sfruttato la possibilità offerta dalla piattaforma di teleconsulto Clickdoc, grazie alla quale è stato possibile mantenere il rapporto medico-paziente e salvaguardare la salute dei pazienti, soprattutto quella di coloro che soffrono di malattie croniche.

Inoltre più di 5000 farmacie hanno aderito al sistema ricettainfarmacia.it, che permette di inviare la ricetta elettronica direttamente alla farmacia, evitando così file e spostamenti. Da sottolineare anche l’introduzione massiccia del servizio di consegna dei farmaci a domicilio, che durante il periodo di quarantena è stato davvero prezioso per tantissime persone. Per finire, anche il telemonitoraggio (ovvero la possibilità di tenere sotto controllo la salute del paziente direttamente da casa) ha mostrato i suoi frutti:

Il distanziamento sociale ha spinto all’utilizzo delle tecnologie digitali per abbattere le distanze e avvicinare le persone, ed è stato anche occasione per alleggerire alcune forme di burocrazia che rallentavano i processi,

ha spiegato Emanuele Mugnani, Country Manager CGM per l’Italia, alle cui parole fanno eco quelle riportate in una nota congiunta dell’European Public Health Alliance (EPHA) e dall’European Public Health Association (EUPHA), che spiegano:

L’uso di strumenti digitali per sostenere un’efficace risposta della sanità pubblica è rilevante durante l’emergenza Covid-19 e lo sarà soprattutto in futuro.

Gli esperti rivelano infine che dai dati risulta confermata la posizione chiave del farmacista, che dovrebbe dunque collaborare con i medici nella gestione delle malattie croniche, sempre senza invadere il campo altrui e tenendo sempre a mente il benessere del paziente.


Foto di StockSnap da Pixabay

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