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Virus del Nilo Occidentale: il west Nile Virus in Italia

È allerta nelle zone attraversate dal Po per il Virus del Nilo Occidentale: dal 2015 l’Italia è il Paese con il maggior numero di intezioni.

Virus del Nilo Occidentale: il west Nile Virus in Italia

Sono in aumento le infezioni causate dal virus del Nilo Occidentale variante 2, soprattutto nelle terre attraversate dal Po e dei suoi affluenti L’infezione umana è asintomatica nell’80% dei casi, ma può causare febbre e (in circa un caso su 150) una meningo-encefalite frequentemente mortale, soprattutto nei pazienti anziani.

In Europa West Nile era noto per essere stato isolato in animali e in casi umani sporadici fino dagli anni ’60 e per aver causato nel 1996 un’epidemia in Romania, durante la quale erano stati segnalati i primi casi di malattia neuro invasiva, di cui era risultato responsabile il lignaggio 1 del virus (WNV-1).

Nel 2010 ha causato una grave epidemia nel Nord della Grecia e nel 2015 l’Italia è stata segnalato come il paese europeo col maggior numero di casi segnalati all’anno. Gianguglielmo Zehender, professore presso il Laboratorio di Malattie Infettive dell’Università degli Studi di Milano, che ha guidato uno studio su questo virus ha commentato:

“Dopo il suo ingresso in Ungheria nel 2004, si ipotizza che WNV-2 abbia raggiunto il nostro Paese intorno al 2008, quattro anni prima del suo primo isolamento in ospiti umani. Il luogo di ingresso è stato stimato in un’area compresa tra l’Adriatico e la valle centrale del Po. Da qui, il virus si sarebbe diffuso lungo l’asse del maggior fiume Italiano: verso Est raggiungendo il delta del Po e il Veneto e verso Ovest, penetrando in Lombardia e in Piemonte. Nella stagione passata (2016) l’epidemia sembra essersi diretta verso sud, lungo il corso dei principali affluenti del Po, frequente tappa di uccelli migratori, potenziali serbatoi dell’infezione mentre per la nuova stagione estivo-autunnale, appena iniziata, non si sono ancora palesate segnalazioni dagli animali sentinella”.

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