Rabdomiosarcoma, sopravvivenza e speranze di vita
Il rabdomiosarcoma è il sarcoma infantile più frequente, nonostante sia comunque considerato un tumore molto raro.
Il rabdomiosarcoma è un tumore tipico del bambino che origina dalle cellule mesenchimali a differenziazione muscolare striata. Ne esistono 4 o 5 tipi ma sono due quelli più frequenti: il più frequente è la forma embrionale, il più raro con prognosi più sfavorevole è quello alveolare. A che età si manifesta? Mediamente compare verso i sei anni e l’incidenza maggiore è tra i 2 e i 6 anni e tra i 15 e i 19 anni. In Italia si hanno 4-5 nuovi casi all’anno ogni 1.000.000 di bambini.
Si guarisce da questo tumore? Negli ultimi 30 anni la medicina ha fatto grandi passi avanti e per fortuna le aspettative di vita sono aumentate: nell’80% dei casi la malattia è localizzata con fattori di rischio favorevoli e circa il 40% dei casi invece è metastatica. Le forme metastatiche con fattori di rischio sfavorevoli, hanno una prognosi infausta, con una sopravvivenza che spesso non supera il 15% a un anno dalla diagnosi.
Come si cura? La terapia può essere chirurgica, chemioterapica o radioterapica. I medici scelgono l’approccio in base alle condizioni del paziente, all’età e alla localizzazione del sarcoma. La sopravvivenza dipende proprio dal tumore e dalla zona in cui si manifestano: nei rabdomiosarcomi che colpiscono l’orbita, la vescica, la vagina e la regione paratesticolare il tasso di sopravvivenza è superiore all’80%; in altri casi va dal 60 al 70%. Nei soggetti con focolai metastatici alla diagnosi, la sopravvivenza è decisamente inferiore, in particolar modo se questi interessano i tessuti osteo-midollari (tasso di sopravvivenza minore del 20%).
Via | Bambin Gesù