L’influenza intestinale non esiste: gli esperti spiegano il perché
Quando si può parlare di influenza e perché non si può invece associare questa definizione a sintomi intestinali.
Siamo tutti in attesa dell’influenza 2017, sospesi tra l’appello dei medici a vaccinarsi e la preoccupazione di ammalarsi. È importante fare una distinzione l’influenza è un’infezione virale delle vie respiratorie (naso, gola e polmoni) e a differenza di quanto si possa credere per definizione non può essere intestinale. Di norma i sintomi sono dolori diffusi, senso di spossatezza, febbre oltre i 38 gradi, mal di gola e naso chiuso o che cola. Susanna Esposito direttrice dell’unità di Pediatria ad alta intensità di cura del Policlinico dell’università degli studi di Milano e presidente WAidid, Associazione mondiale per le malattie infettive e i disordini immunologici, ha spiegato:
Perché si parli di influenza dobbiamo essere certi che i sintomi siano riconducibili a un virus influenzale, e per farlo è necessario compiere test certi come un tampone eseguito sulle secrezioni respiratorie, un tampone nasale o faringeo, per gli altri casi è più corretto parlare di sintomi influenzali.
Quando subentrano nausea, vomito e diarrea potremmo essere in presenza di virus dell’apparato gastrointestinale. E purtroppo a parte per il rotavirus, non abbiamo a disposizione strumenti di diagnosi. Sono comunque malattie acute, ma di breve durata.
Via | Wired