Benessereblog Salute Palloncino intragastrico per dimagrire: controindicazioni e costi

Palloncino intragastrico per dimagrire: controindicazioni e costi

Il palloncino intragastrico si inserisce nello stomaco e serve per dimagrire. Si possono perdere in 6 mesi anche 20 chili.

Palloncino intragastrico per dimagrire: controindicazioni e costi

Guarda la galleria: Palloncino intragastrico per dimagrire

Il palloncino intragastrico è un dispositivo che viene posizionato nello stomaco e serve per dimagrire. Di norma si tratta di un palloncino in silicone, gonfiato con soluzione fisiologica, che viene lasciato nello stomaco per circa sei mesi e dà al paziente un senso di sazietà, riducendo l’appetito e di conseguenza il consumo calorico quotidiano.

Viene inserito in endoscopia digestiva: è una procedura praticamente indolore perché il paziente è sedato. Si introduce nello stomaco sgonfio attraverso la bocca e poi viene gonfiato con circa 500 cc di soluzione fisiologica ed una fiala di blu di metilene. La procedura di posizionamento dura circa 10 minuti. Superati i sei mesi deve essere rimosso. In questo caso il palloncino viene prima vuotato per via endoscopica e poi rimosso dalla bocca.

Come sempre ci sono delle controindicazioni. Non è indicato nelle persone che soffrono di grave esofagite, ernia iatale, ulcera gastrica o duodenale, morbo di Crohn, neoplasie, emorragie ed esofago-gastro-duodenali. Da escludere il palloncino anche per chi ha già avuto pregressi interventi resettivi del tratto gastroenterico, segue terapie con farmaci gastrolesivi o anticoagulanti o soffre di dipendenza da alcol o da droghe.

Quali sono i rischi? Possono essere varie e dipendono dal paziente. Si sono registrati casi di disidratazione e squilibrio elettrolitico e lesioni gastriche. Se il palloncino si dovesse sgonfiare l’emissione di urine o vomito blu segnalerà il problema. I costi variano da clinica a clinica e sono condizionati non solo dall’intervento, ma anche dalla degenza. Mediamente ci vogliono 5mila euro.

Via | My Personal Trainer

Le informazioni riportate su Benessereblog sono di natura generale e non possono essere utilizzate per formulare indagini cliniche, non devono essere considerate come suggerimenti per la formulazione di una diagnosi, la determinazione di un trattamento, l’assunzione o la sospensione di un farmaco , non possono sostituire in alcun caso il consiglio di un medico generico, di uno specialista , di un dietologo o di un fisioterapista. L’utilizzo di tali informazioni e’ sotto la responsabilita’, il controllo e la discrezione unica dell’utente. Il sito non e’ in alcun caso responsabile del contenuto, delle informazioni, dei prodotti e dei servizi offerti dai siti ai quali greenstyle.it puo’ rimandare con link.

Seguici anche sui canali social

Ti potrebbe interessare

Funghi champignon in gravidanza, sì o no?
Gravidanza

I funghi (champignon e non) sono una fonte di sali minerali come calcio, fosforo, magnesio e contengono selenio, potassio, manganese e ferro. Sono anche ricchi di vitamine del gruppo B, tra cui B2, B3 e B5, e contengono aminoacidi come triptofano e lisina. Tutti nutrienti che contribuiscono al benessere generale. Quelli presenti in commercio dovrebbero essere sicuri per il consumo in gravidanza, ma evitateli se non siete certe della provenienza e dell’adeguata cottura.