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Dieta, come il cibo influenza la salute del cervello

E' possibile proteggere le funzioni cerebrali con scelte alimentari opportune? Ecco cosa è emerso durante Nutrimi, il IX forum di Nutrizione Pratica


Dieta, come il cibo influenza la salute del cervello

I danni per la salute associati alla cosiddetta dieta occidentalizzata, in cui il vero valore del cibo è stato perso, sono visibili anche a livello del cervello. Se ne è parlato anche a Nutrimi, il IX forum di Nutrizione Pratica, durante il quale Andrea Pezzana, direttore della Struttura di Nutrizione Clinica dell’Ospedale S. Giovanni Bosco di Torino, ha spiegato quali sono i nutrienti e i gruppi di alimenti per cui stanno emergendo dati sull’interazione con il funzionamento cerebrale.

Anche in questo come in molti altri casi a proteggere la salute sono comportamenti riconducibili all’aderenza ai principi della dieta mediterranea. L’alimentazione che protegge il cervello è infatti basata sul consumo di alimenti a basso indice glicemico e naturalmente ricchi di fibre. E’ colorata e rispetta la stagionalità degli ingredienti, privilegiando quelli di origine vegetale. Contrasta l‘infiammazione dando importanza sia alla quantità che alla qualità dei grassi. Tutti principi propri dell’alimentazione tipica del bacino del mediterraneo i cui benefici per il cervello sono sempre più supportati da dati scientifici.

Se, infatti, l’importanza di avere un occhio di riguardo per l’indice glicemico degli alimenti introdotti nell’alimentazione è stata in passato messa fortemente in dubbio, oggi nuovi dati la ribadiscono, dimostrando che le conseguenze di una dieta ad alto carico glicemico, ad esempio la formazione dei cosiddetti prodotti di glicazione avanzata, sono associate all’invecchiamento del cervello. Accanto a questo riemergere del ruolo dell’indice glicemico anche le fibre, soprattutto quelle naturalmente presenti nel cibo, hanno iniziato a mostrare di esercitare benefici anche in termini di salute cerebrale.

Per quanto riguarda invece i grassi, Pezzana ha ricordato quanto sia importante distinguere tra i diversi tipi di molecole considerate. Alcune ricerche hanno ad esempio dimostrato che livelli elevati di grassi totali sono associati a un aumento della depressione, mentre l’assunzione di omega 3 e di acido oleico va di pari passo con una sua riduzione.

Nonostante queste prove, l’esperto ha sottolineato quanto i rapporti tra cibo e cervello rimangano ancora in gran parte sconosciuti. Ciò che conta è affidarsi sempre a opinioni basate sull’evidenza scientifica, su linee guida e su studi clinici promossi da istituzioni scientificamente affidabili.

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