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Niente latte per le ossa: non riduce il rischio di fratture

A svelarlo sarebbe uno studio svedese, ma forse è ancora troppo presto per dire l'ultima parola

Niente latte per le ossa: non riduce il rischio di fratture

Contrordine: bere latte non protegge le ossa dal rischio di fratture. O almeno non lo fa in età adulta, quando potrebbe addirittura avere effetti negativi sulla salute. A lasciarlo ipotizzare è uno studio pubblicato sul British Medical Journal da un gruppo di ricercatori svedesi guidati da Karl Michaëlsson, che incrociando dati sulle abitudini alimentari e la salute di oltre 100 mila adulti non hanno rilevato un’associazione tra un consumo elevato di latte e una riduzione del rischio di fratture.

In particolare, i ricercatori non hanno osservato nessuna riduzione significativa del rischio di fratture nelle donne che consumavano più latte. Piuttosto, le analisi condotte hanno rilevato un’associazione tra l’assunzione di questa bevanda e i marcatori biologici dello stress ossidativo e dell’infiammazione. Il rischio di fratture è invece risultato inferiore in chi consumava più latticini fermentati a basso contenuto di lattosio, soprattutto fra le donne.

“I nostri risultati”, sottolineano i ricercatori, “potrebbero mettere in dubbio la raccomandazione di assumere grandi quantità di latte per prevenire le fratture dovute alla fragilità”. La loro ipotesi è che, come suggerito da studi condotti sugli animali, l’alto contenuto in lattosio e galattosio tipico del latte aumenti lo stress ossidativo e l’infiammazione cronica. “Tuttavia”, precisano gli autori, “data la natura osservazionale del nostro studio i risultati devono essere interpretati con cautela. I risultati necessitano di essere replicati indipendentemente prima di poter essere utilizzati per elaborare raccomandazioni alimentari”.

Michaëlsson e colleghi non sono però i primi a mettere in dubbio che bere latte aiuti a contrastare il rischio di fratture. Gli studi sul tema condotti in passato hanno infatti prodotto risultati contrastanti. Se poi, la raccomandazione si basa sull’elevato contenuto di calcio tipico del latte non bisogna dimenticare che in realtà il picco di massa ossea viene raggiunto intorno ai 20-25 anni e che quindi per scongiurare il rischio di fratture legate alla fragilità delle ossa potrebbe essere meglio aumentare l’assunzione di calcio già da giovani. Non manca però chi esprime dubbi anche a tal proposito (per averne un esempio guardate il video in apertura di questo post).

Il nostro consiglio resta sempre lo stesso: seguire i consigli del proprio medico di fiducia e ricordare che fra le regole per proteggere la salute non può mancare una dieta sana, equilibrata e bilanciata a qualsiasi età.

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Via | EurekAlert!

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