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Linfonodi ingrossati nei bambini: le cause e i sintomi

Dietro a dei linfonodi ingrossati possono nascondersi problemi molto diversi. Ecco le cause che possono scatenare le linfoadenopatie nei bambini e i sintomi da prendere in considerazione.

Linfonodi ingrossati nei bambini: le cause e i sintomi

Linfonodi ingrossati nei bambini: quando preoccuparsi

Anche i bambini possono avere a che fare con linfonodi ingrossati. Nella maggior parte dei casi l’ingrossamento è scatenato da un’infezione, le cui cause possono essere di origine batterica (ad esempio lo Staphylococcus aureus, lo Streptococcus pyogenes o microbi trasmessi attraverso il graffio di cani o gatti) o virale (ad esempio il citomegalovirus, l’Herpes simplex o il virus dell’epatite B). Ma quali sono i sintomi che permettono di capire che c’è qualcosa che non va?

A spiegarlo sono gli esperti della Società Italiana di Infettivologia Pediatrica (Sitip), che in occasione del 70mo Congresso Italiano di Pediatria di Palermo hanno presentato le nuove linee guida per la gestione delle linfoadenopatie, pensate, spiega il presidente Susanna Esposito, con lo scopo di “selezionare, alla luce delle migliori prove scientifiche disponibili, gli interventi più efficaci e sicuri per la gestione e le cure di queste patologie”.

I fattori da prendere in considerazione per riconoscere una linfoadenopatia sono tre: le dimensioni del linfonodo, l’età del bambino e i segni e i sintomi manifestati dal piccolo. Per quanto riguarda le prime, il linfonodo della zona cervicale o ascellare di un bambino può essere considerato anormale se supera il centimetro di diametro. Le forme più diffuse riguardano i linfonodi ingrossati del collo, dell’inguine e delle ascelle.

Linfonodi dell’inguine ingrossati nei bambini

Nel caso dei linfonodi inguinali sono considerati ingrossati quelli con diametro superiore a 1,5 cm. Se non compaiono altri sintomi come un generale arrossamento intorno ai linfonodi dell’inguine ingrossato, febbre, dolore, prurito o sudorazione notturna, non ci si deve preoccupare.

Linfonodi della nuca ingrossati nei bambini

Anche in presenza di una piccola pallina in corrispondenza dei linfonodi retronucali nei bambini, non ci si deve preoccupare se le dimensioni non superano i 2 cm di diametro e se non compaiono altri sintomi oltre a un leggero rigonfiamento. I linfonodi della nuca sono spesso soggetti a ingrossamento nei bambini.

Altri sintomi e segni di linfonodi ingrossati nei bambini possono fornire indicazioni sul tipo di infezione con cui si ha a che fare. Febbre, rinite, tosse, rash o congiuntivite suggeriscono un’origine virale, mentre la presenza di graffi di animali domestici può suggerire che ciò con cui si ha a che fare sia una bartonellosi o un’infezione stafilococcica. “In generale”, spiega Maurizio de Martino, professore di Pediatria all’Università di Firenze, “febbre persistente, aspetto settico e decadimento delle condizioni generali possono indicare un’infezione batterica severa”. Nei casi più gravi, invece, sintomi come febbre, astenia, una perdita di peso superiore al 10% ed esantema possono essere il campanello d’allarme che indica la presenza di patologie croniche come la tubercolosi, immunodeficienze e neoplasie.

A rafforzare il sospetto di avere a che fare con una linfoadenopatia possono poi essere anche altri fattori come recenti infezioni delle vie aeree, otalgie, punture di insetto, rash, il contatto con animali, eventuali viaggi in aree a rischio, il contatto con persone affette da tubercolosi o il consumo di alimenti a rischio di contaminazione batterica, ad esempio carne cruda e latte o formaggi non pastorizzati.

Infine, anche l’età del bambino può dare indicazioni sulle possibili cause dell’ingrossamento dei linfonodi. Le infezioni batteriche e quelle associate a micobatteri non tubercolari sono infatti più frequenti tra 1 e 4 anni di età, mentre l’incidenza di malattie come il carcinoma del rinofaringe o della tiroide e del linfoma di Hodgkin è superiore dopo i 6 anni di età. Patologie come la leucemia linfoblastica acuta o il linfoma non Hodgkin sono invece più frequenti prima dei 6 anni.

Può trattarsi di un tumore?

In effetti anche se nella maggior parte dei casi l’ingrossamento dei linfonodi della testa e del collo dei bambini è dovuto a una patologia infettiva, in alcuni casi il problema può essere un sintomo della presenza di un tumore. Quando preoccuparsi? I linfonodi palpabili del collo sono da considerare potenzialmente maligni quando hanno un diametro superiore ai 3cm. Più in generale, le caratteristiche che possono far sospettare la presenza di un tumore sono:

  • linfonodi di diametro superiore ai 2cm
  • linfonodi ingrossati per più di 2 settimane
  • mancata riduzione delle dimensioni dei linfonodi 4-6 settimane
  • mancata regressione completa dopo 8-12 settimane
  • alterazioni alla radiografia del torace
  • presenza di segni e sintomi come febbre, perdita di peso e sudorazione notturna

Cosa fare se i linfonodi sono ingrossati

linfonodi ingrossati

Spesso in presenza di una linfoadenopatia acuta l’atteggiamento più appropriato è quello di vigile attesa. In alcuni casi anche l’omeopatia può aiutare. “Nella maggior parte di questi casi, soprattutto se coesistono febbre o rinite, si tratta per lo più di infezioni virali delle alte vie respiratorie”, spiega de Martino. “Nei casi di faringotonsillite acuta può essere presa in considerazione l’esecuzione del tampone faringeo per Streptococco”.

Nel caso in cui i sospetti di infezione batterica acuta venissero confermati potrebbe essere utile un ciclo di terapia antibiotica di 10-14 giorni. Se questa soluzione non dovesse risultare efficace potrebbe essere necessario approfondire la diagnosi con analisi del sangue ed ecografie.

Bambini linfatici

Ci sono bambini che nascono con una maggiore predisposizione all’ingrossamento dei linfonodi e vengono definiti bambini linfatici. Solitamente il linfatismo nei bambini si sviluppa quando i genitori possiedono la stessa caratteristica e non appena entrano in contatto con i virus sono soggetti a questo tipo di manifestazione.

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