Benessereblog Salute Anziana muore dopo 21 ore al pronto soccorso – Inchiesta della Regione Lazio

Anziana muore dopo 21 ore al pronto soccorso – Inchiesta della Regione Lazio

La sanità nel Lazio. Inchiesta dopo l'ennesima morte sospetta al pronto soccorso

Anziana muore dopo 21 ore al pronto soccorso – Inchiesta della Regione Lazio


Sanità – Un’anziana viene accolta al pronto soccorso San Camillo di Roma, classificata come codice verde, passa la notte su sedia a rotelle e muore dopo 48 ore. E’ il secondo caso in pochi giorni. Ora, finalmente, la Regione Lazio aprirà un’inchiesta sulla condizione della sanità nella capitale.

Ma andiamo con ordine. La notizia di questo decesso occorso in circostanze davvero raccapriccianti, viene riportata dal Messaggero. Il quotidiano romano raccoglie anche la denuncia della figlia della protagonista di questa triste storia.

«Ha vissuto le sue ultime ore in modo indegno, insieme a decine di altre persone sofferenti ammassate in pronto soccorso, senza che i medici per molte ore la visitassero». Racconta Antonella Marcellini, 47 anni, figlia della signora Licia Puglielli, morta il 16 luglio alle 17,45 al San Camillo: «Non vogliamo soldi, non vogliamo nulla, vogliamo solo fare sapere come si muore negli ospedali romani. E’ l’unico modo per ricordare nostra madre».

Il racconto prosegue e fa rabbrividire:

Trascorrono le ore, nessuno si occupa di lei. Io e mia sorella ci diamo il cambio. Mia madre cerca di tranquillizzarci, ci chiede di nostro padre che è a casa, si preoccupa per lui. Dorme su quella sedia, appoggiando le gambe come può su una poltrona. Ci dicono i parenti di altri pazienti: funziona così, ci sono anche codici rossi parcheggiati da due o tre giorni. Le hanno fatto solo due elettrocardiogrammi e due prelievi del sangue. Ma noi chiediamo che nelle sue condizioni le venga fatta una Tac.

Al mattino Antonella non ce la fa più, chiede una lenzuola per la madre a una infermiera, ne nasce un battibecco, chiamano la vigilanza. «Ho dovuto farla mangiare appoggiando il vassoio per terra. Eppure eravamo arrivati alle 17 del giorno prima».
La signora Licia sta sempre peggio, «la parte destra è ormai completamente andata, io alle 14 mi arrabbio con una dottoressa che ha appena preso servizio. Mia madre si aggrava, la Tac viene fatta solo alle 16.
«Alle 17.30 non parla più, balbetta. Solo allora diviene codice rosso, la intubano. Trascorre la seconda notte al San Camillo, questa volta in medicina d’urgenza. Al mattino, alle 6.30, ci dicono che è in coma irreversibile. Per capirci: mia madre è arrivata al pronto soccorso il 14 luglio alle 17 ed è stata classificata come codice verde. Trascorre la notte su una sedia a rotelle. Dopo 30 ore è in coma. E il 16 luglio, alle 17.45, è morta, per un’emorragia cerebrale. Non è giusto morire così».

Così, dopo la denuncia, si scatenano le lotte politiche. Il Pd accusa, la Polverini si difende, ma intanto la situazione resta grave, perché quello della signora Licia non è un caso isolato.
E la salute di tutti è sempre più a rischio.

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