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Come liberarsi dalla Facebook dipendenza

Come e dove trovare la motivazione per liberarsi dalla Facebook dipendenza

Come liberarsi dalla Facebook dipendenza


Se il test sulla Facebook dipendenza ha dato esito positivo, vi sarà utile qualche consiglio per liberarvi dall’ossessione per il social network. La maggior parte degli utenti di Facebook, prima o poi, si ritrova a fare i conti con sentimenti contrastanti verso la piattaforma. C’è chi si cancella per qualche settimana, per poi ritornare online ancora più attivo, recuperando gli aggiornamenti persi in un solo giorno. C’è chi cancella i contatti accettati con troppa impulsività, per sottrarsi ad una condivisione che ora non gli sembra più accettabile.

Senza ricorrere a misure così drastiche, trattiamo la nostra dipendenza come qualsiasi altra dipendenza, sfruttando quel meccanismo di privazione/ricompensa che tanto piace al nostro cervello. Per smettere di fumare, ad esempio, non funzionano le stesse strategie per tutti. C’è chi si convince dopo aver visto le immagini di cosa provoca il fumo, chi è più motivato dal fattore risparmio economico e si concede un regalo con i soldi risparmiati.

Cerchiamo prima di capire cosa funziona su di noi. La motivazione è infatti l’unico vero elemento indispensabile per liberarsi da qualsiasi dipendenza. Per quanto riguarda Facebook, il fattore tempo perso sarà sicuramente tra le spinte maggiori. Chiediamoci quanto tempo stiamo sprecando sui giochini social, a sbirciare foto di persone di cui non ci importa nulla, a commentare l’incommentabile. Ma soprattutto chiediamoci a cosa ed a chi stiamo sottraendo questo tempo. L’io virtuale non può avere più tempo dell’io reale.

Senza demonizzare Facebook, che è uno strumento di comunicazione ormai indispensabile per mantenere i contatti, chiediamoci però se abbiamo davvero voglia di dedicare tutto questo tempo ad informarci su cosa fanno o pensano molti dei nostri amici. Nella vita reale chiameremmo mai un nostro vecchio compagno di scuola per sapere cosa ha mangiato a pranzo e poi rispondergli “Buono, io lo cucino così”? Impensabile e nonsense.

Ora pensiamo a cosa facevamo prima di Facebook: leggere, uscire a fare due passi ed a prendere un caffè vero con un amico, abbracciare materialmente qualcuno, partecipare davvero ad un evento, concentrandoci su quello che vediamo e sulle persone nuove da conoscere, non sull’aggiornare la nostra posizione con il GPS, piuttosto che raccontare ai nostri contatti quanto ci stiamo divertendo e cosa si perdono.

Facebook scatena sostanzialmente due tipi di competizione quando ci lasciamo prendere troppo la mano: la gara a chi è più felice, bello, affermato; la corsa alla vittima più degna di compassione. Ristabiliamo le nostre priorità, stilando la lista delle persone a cui teniamo davvero e che magari stiamo trascurando. Utile anche creare una lista di amici più intimi e controllare soltanto i loro aggiornamenti, limitando il tempo dedicato ai contatti con i quali non abbiamo voglia di approfondire la conoscenza.

Altra lista da stilare è quella delle nostre passioni e passatempi preferiti ante Facebook. Gradualmente sottraiamo ore a Facebook per dedicarci alle attività che più ci piacciono ed a fare qualcosa per le persone che amiamo. Utile anche non cedere mai alla tentazione di iniziare nuovi giochini social che ci porterebbero via altro tempo.

Se proprio non riusciamo a farne a meno, concediamoci un fine settimana lontano da ogni possibilità di connessione ad internet, per apprezzare, dopo il disorientamento iniziale, la libertà ed il sollievo di stare spenti per un po’. Infine, stiliamo una lista dei vantaggi che ci porterebbe dedicare meno tempo a Facebook, proprio come si fa con i benefici dello smettere di fumare.

  1. Avere più tempo per i nostri hobbies e per le persone che amiamo.
  2. Essere più produttivi a lavoro.
  3. Non assistere agli sfoghi degli status altrui, sia che si tratti di vittimismo che di sfoggi presuntuosi.
  4. Dormire e vivere meglio, senza l’ansia da connessione e da notifica.
  5. Non stressare il nostro cervello con un overload di informazioni inutili.
  6. Essere meno a rischio di depressione tecnologica.

Foto | Flickr

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