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Coronavirus: i bambini devono essere responsabilizzati

Come spiegare l'emergenza Coronavirus ai bambini? I più piccoli devono essere responsabilizzati e informati, ma senza scatenare il panico.

Coronavirus: i bambini devono essere responsabilizzati

L’emergenza Coronavirus è certamente seria ma non siamo di fronte alla fine del mondo, non serve fare scorta di cibo, svuotare i supermercati, barricare le finestre e indossare mascherine se non è necessario. Ciò che serve è mantenere la calma, informarsi e adottare le misure di prevenzione e sicurezza in base al luogo in cui viviamo. Anche i bambini vanno responsabilizzati, non dire le cose e trasmettere ansia e nervosismo è controproducente, quindi meglio spiegare con un linguaggio adatto alla loro età.

I bambini non soffrono a non andare a scuola e riescono a impiegare le giornate senza stress, un po’ come si fa a Natale. Se però a scuola possono andare è bene che vadano, non serve a nessuno metterli dentro una campana di vetro. Se però i vostri bambini sono raffreddati e non si sentono bene è meglio lasciarli a casa, per il loro bene e per la salute degli altri. Ricordiamoci sempre che al di là del Coronavirus, ci sono tante persone immunodepresse o con patologie croniche che rischiano di più di ammalarsi e di avere complicazioni, rispetto a una persona sana. Anche chi soffre di asma può avere problemi seri per una banale influenza, ci vuole rispetto per se stessi e per gli altri.

Ai bambini potete quindi spiegare cosa sono i virus e perché è importante lavarsi spesso le mani, soprattutto prima di mangiare. Potete dargli delle regole semplici da seguire e convincerli a non toccarsi occhi e bocca con le mani. Piccole cose che possono però tornare utili, sia a loro che a noi adulti.

Il dottor Rocco Russo, della Società italiana di pediatria (Sip), ha spiegato: [quote layout=”big” cite=”Rocco Russo]”Occorre mantenere i nervi saldi e vivere in maniera chiara e consapevole la problematica, mettendo in atto tutte le strategie finalizzate ad essere protetti. Rimanere in casa per il bimbo non è un problema dal punto di vista psicologico. Può percepire il periodo come quello delle vacanze natalizie. E trova strumenti per potersi organizzare: gioca e fa quello che ha sempre fatto. L’unica cosa che può far male è il clima di ansia e terrorismo nel nucleo familiare: questo è senz’altro più dannoso”.
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Un altro consiglio del pediatra riguarda invece il buon senso verso le persone di nazionalità cinese, ai bambini è bene non far[quote layout=”big” cite=”Rocco Russo] “percepire che gli adulti ghettizzano o colpevolizzano le persone di origine cinese, in particolare altri bimbi come loro”.[/quote]

via | ansa

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