Benessereblog Salute L’aumento dei linfociti è pericoloso? Quando e perché preoccuparsi

L’aumento dei linfociti è pericoloso? Quando e perché preoccuparsi

I Linfociti sono delle cellule la cui funzione specializzata è quella di difendere il nostro organismo dalla presenza di agenti estranei, ma cosa significherà quando aumentano? Ecco alcune indicazioni utili.

L’aumento dei linfociti è pericoloso? Quando e perché preoccuparsi

I Linfociti sono delle cellule la cui funzione specializzata è quella di difendere il nostro organismo dalla presenza di agenti estranei. I valori di riferimento che riguardano queste cellule sono 1500-3000 / mmc, per quanto riguarda gli uomini e le donne, ed un loro aumento, oppure una loro diminuzione, possono avere diversi significati da non sottovalutare. In primo luogo, voglio ricordarvi che dopo aver effettuato le analisi del sangue, sarà sempre il vostro medico curante a doverle valutare attentamente.

Detto questo, nel caso in cui doveste riscontrare un aumento dei linfociti, tale fenomeno (noto come linfocitosi) potrebbe essere collegato alla presenza di infezioni batteriche e virali. Normalmente tale aumento tende a rientrare nella norma dopo la risoluzione dell’infezione. Un aumento del numero di linfociti viene inoltre considerato fisiologico (e cioè naturale) nei bambini di età compresa tra i 4 mesi e i 4 anni.

Normalmente la linfocitosi si registra nel caso in cui il numero di linfociti superi i 4.000 per microlitro. I linfociti possono aumentare in casi di processi allergici, di leucemie linfoidi (che provocano un massiccio aumento del numero di queste cellule nel sangue), ed in alcune malattie dell’apparato endocrino come l’ipertiroidismo. Inoltre un aumento di linfociti potrebbe essere collegato a casi di gotta, di pertosse, malattia di Crohn o morbo di Crohn, e mononucleosi.

Nel caso in cui doveste riscontrare un numero più alto di linfociti rispetto ai valori di riferimento, dopo aver consultato il parere del medico, sarebbe consigliabile ricontrollare il dato nei giorni successivi.

via | Pazienti.it
Foto | Gettyimages

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