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Frutta e verdura? Per gli italiani non sono mai 5 al giorno

Gli abitanti dello Stivale non seguono i consigli degli esperti, ma non se ne accorgono. Il rischio? Carenze nutrizionali nascoste

Frutta e verdura? Per gli italiani non sono mai 5 al giorno

Five a day, cinque al giorno. E’ questa una delle regole fondamentali di una sana alimentazione: consumare ogni giorno 5 pozioni di frutta e verdura. Eppure solo il 15% circa degli italiani la segue e il consumo giornaliero medio si limita a circa tre pozioni. A svelarlo è un’indagine Gfk Eurisko che ha focalizzato l’attenzione sulle abitudini alimentari degli italiani.

L’immagine che ne è emersa è quella di un popolo di virtuosi: più del 70% dichiara di seguire un’alimentazione sana ed equilibrata, più dell’80% di aver adottato almeno un comportamento salutistico nell’ultimo anno. Nel 50% dei casi ci si sarebbe impegnati a mangiare in modo vario ed equilibrato, ma il 66% avrebbe anche cercato di evitare gli eccessi più rischiosi per la salute, come quelli con lo zucchero, il sale, i grassi e l’alcol.

Alla resa dei conti, però, la maggior parte degli italiani non riesce a rispettare le dosi raccomandante dei diversi alimenti e, quindi, a garantirsi tutti i nutrienti essenziali per mantenersi in buona salute e favorire il benessere. Quello di frutta e verdura è un caso emblematico di questa situazione e anche se queste preziose fonti di vitamine e minerali non mancano quasi mai dalla tavola degli italiani, ne vengono consumate quantità insufficienti.

Come se non bastasse, gli italiani non si rendono conto di dover aumentare il consumo di frutta e verdura, ritenuto corretto dal 70% degli intervistati. Ed è sempre del 70% circa la quota di italiani che non sanno quale sia il consumo giornaliero di frutta e verdura raccomandato: solo il 10% degli intervistati conosceva la regola delle 5 porzioni al giorno.

In questo scenario il rischio che si corre è quello delle cosiddette sub-carenze di vitamine o minerali. Come spiega Michele Carruba, direttore del Centro Studi e Ricerche sull’Obesità dell’Università degli Studi di Milano,

oggi, nelle popolazioni occidentali, le carenze nutrizionali gravi e conclamate, un tempo responsabili delle classiche sindromi da malnutrizione, quali xeroftalmia, scorbuto, pellagra, beri-beri, sono ormai superate, mentre il problema attuale e ad oggi ancora ampiamente sottostimato è quello delle manifestazioni sub-cliniche dovute alle carenze.

Quando i livelli di vitamine e minerali non sono ottimali il rischio di malattie croniche nella popolazione adulta e anziana aumenta. Fra i problemi cui si può andare incontro sono inclusi l’obesità, l’ipertensione, malattie cardiovascolari e metaboliche, diabete, cataratta, degenerazione maculare senile, demenza senile, osteoporosi e alcune neoplasie.

Per questo

spiega Carruba

anche carenze lievi, soprattutto se durature nel tempo, non devono essere trascurate e vanno risolte prima che sfocino in disturbi più seri.

Per affrontare la situazione in modo adeguato è fondamentale farsi guidare dal proprio medico che, insieme al farmacista, svolge un ruolo chiave nella promozione di messaggi e consigli di educazione alimentare e sull’eventuale opportunità di utilizzare integratori alimentari.

Via | Comunicato stampa
Foto | da Flickr di Trace Nietert

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