Benessereblog Salute Malasanità a Roma, chirurgo si rifiuta di operare: “Le cause contro i medici impediscono di lavorare”

Malasanità a Roma, chirurgo si rifiuta di operare: “Le cause contro i medici impediscono di lavorare”

Il primario della clinica Villa Tiberia nega un intervento ad una paziente e si difende: "La chirurgia dev'essere affontata con la mente libera e non con la paura di essere denunciati".

Malasanità a Roma, chirurgo si rifiuta di operare: “Le cause contro i medici impediscono di lavorare”

Quello che sembrava un caso di malasanità, seppure in piccolo, è diventato per il primario della clinica Villa Tiberia di Roma un modo di riportare la questione all’ambito  della medicina difensiva che tutela il medico dai possibili danni legali derivati dall’esercizio delle sue funzioni; Stefano Bottari, questo il nome del primario di chirurgia della clinica romana, ha spiegato con chiarezza cosa è successo pochi giorni fa, quando una paziente si è presentata alla clinica chiedendo di essere operata per rimediare ai danni di un precedente intervento subito.

Il fatto è stato raccolto dall’associazione che difende i medici accusati ingiustamente di aver causato danni ai pazienti operati e curati da loro.

La persona che è venuta a farsi visitare ha esordito dicendo di essere un caso di malasanità e mi ha chiesto di effettuare un intervento di proctologia, per riparare i danni causati, a suo giudizio, da un’operazione di altra natura in un altro ambito ‘riuscita male’. Ma io non sapevo se la patologia era effettivamente conseguenza del primo intervento.

Il chirurgo ha preferito quindi non intervenire sulla paziente, che comunque non aveva necessità d’urgenza, quando questa ha raccontato di aver denunciato per malasanità il medico che l’aveva operata precedentemente. Il dottor Bottari ha valutato l’eventuale gravità del quadro clinico della paziente e ha poi preferito non proseguire, restituendo i soldi già versati per l’intervento.

E’ la prima volta che mi capita e mi è dispiaciuto molto, ma non mi sono trovato nella condizione di serenità giusta per compiere un intervento chirurgico. Mi sentivo in tensione e in pericolo per l’eventualità di essere esposto anche io e la struttura nella quale opero a ritorsioni legali. La chirurgia deve essere affrontata con la mente libera e con il giusto stato d’animo, e non con la paura di essere denunciati. Altrimenti aumentano anche i rischi per il paziente

Il caso non mancherà di sollevare discussioni e dibattiti da parte dei pazienti, visto anche il nuovo ddl sulla responsabilità medica che ha scontentato sia le associazioni dei pazienti, che sostengono che il decreto favorisca la tutela del medico, sia dai medici, che si vedono deresponsabilizzati e lesi nella loro attività.

Via | Repubblica Roma

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